di Tiziano Galeazzi *
Erano gli anni '70, secondo alcuni documenti, quando, per rivendicare un centro autogestito bellinzonese e poi cantonale (e sottolineo cantonale), scesero in piazza nella Capitale centinaia di manifestanti. E' proprio per questo che, da tempo, ribadisco che l'autogestione non debba essere considerata solo nel comune sul Ceresio, ma va affrontata a largo spettro: su scala cantonale. Infatti, queste realtà potrebbero toccare in futuro anche altri centri urbani o piccoli comuni del nostro territorio.
Chiaramente, condanno personalmente come municipale e come gran consigliere il modo sprezzante nell’occupare stabili pubblici o privati per poi renderli dei porcili: tutto questo non aiuta il dialogo costruttivo, né con le autorità né con la stragrande maggioranza delle cittadine e dei cittadini di questo cantone.
Tornando alla mozione (nr 1609) che inoltrai, a nome del gruppo UDC a livello cantonale, lo scorso 21 giugno 2021. In sostanza si chiedeva di istituire un gruppo di lavoro per affrontare questa problematica in modo più efficace e ampio, includendo la definizione di un calendario preciso, l'individuazione di un mediatore riconosciuto da tutte le parti interessate, un calcolo dei costi e considerare un’ubicazione per gli autogestiti non solo a Lugano, ma su tutto il territorio cantonale.
La risposta del Governo (Messaggio 8039 datato 18 agosto 2021) che si espresse contro la formazione di un nuovo gruppo di lavoro, sottolineò che il problema è geograficamente confinato a Lugano. Ma lo stesso Esecutivo cantonale dichiarò che avrebbe fatto il possibile per aiutare Lugano in caso di necessità. Insomma un contentino messo su carta, con l'intenzione però di abbandonare al proprio destino la nostra città. Una risposta che mi ha lasciato sconcertato.
La mozione 1609 chiede un dialogo a tutto campo all'interno della politica cantonale e come se non bastasse, di problemi peggiori all'orizzonte da affrontare nei prossimi mesi ce ne saranno. Non possiamo nemmeno snobbare questo tira e molla, dove ogni due o tre mesi ci troviamo ai piedi della scala nel subire vari abusi occupazionali. La generosità finanziaria di Lugano nella perequazione e nei sostegni sul territorio cantonale, meriterebbe anche un po' di considerazione e solidarietà dal resto dei comuni ticinesi tramite un dibattito aperto nel Parlamento cantonale, dove sono rappresentati, non solo i partiti ma anche geograficamente le istituzioni comunali.
Mi auguro che il 2024 sia l'anno in cui si affronti questo dilemma con un rapporto commissionale sulla mozione e poi in Parlamento si apra la discussione. Una problematica che ahimè si trascina da troppi anni quando, nel 2002, Cantone, Comune di Lugano e l'Associazione Alba firmarono una convenzione di permanenza per pochi mesi all'ex Macello, che poi si trascinò fino al 2021. Ora siamo di nuovo a quel 2002 , ma la partita sembra farsi più difficile e complicata e la tolleranza della popolazione così come le parti in causa sta per esaurirsi e mi ci metto anch'io nel denunciare questi abusi e violazioni gratuite a scopo provocatorio alle autorità e alla cittadinanza che ogni giorno deve far i conti con problemi molto più impellenti e gravi.
* municipale di Lugano e gran consigliere UDC