di Frano Dragun*
La Svizzera è da sempre un paese neutrale e sono fermamente convinto che tale debba rimanere, per poter contribuire a riportare la pace nel mondo e per questioni legate al prestigio, al nostro benessere e alla nostra sicurezza interna.
Forse i nostri politici dimenticano che schierarsi apertamente per un paese belligerante, come sta accadendo adesso con l’Ucraina, non potrà che portare a perdere il ruolo che da sempre la nostra nazione ha, quello di un mediatore efficace e rispettato. Da più parti il nostro paese sta subendo pressioni dagli stati confinanti e oltre oceano per inviare armi alla nazione guidata da Zelensky e le resistenze stanno purtroppo cedendo, al grido stridente che in questo modo si aiuterà la pace. Ma non sarà così.
Solo rimanendo neutrali potremmo davvero contribuire a riportare la pace, mantenendo il ruolo di mediatore convinto e equidistante tra le parti. Durante questo conflitto, l’adesione
incondizionata alle sanzioni dell’UE contro la Russia, assecondando le pressioni di altri paesi e andando contro anche al principio della sovranità popolare, hanno fatto sì che questo stato di
neutralità venisse messo in dubbio. Si deve e si può però ritornare a essere neutrali e convincenti.
Ora l’Ucraina sostiene che la svolta per volgere il conflitto a suo favore sia l’uso di carri armati di produzione occidentale. Non potrà però essere vero: la pace non si porta attraverso le armi bensì con la mediazione. Nello scacchiere internazionale manca in questo momento un leader capace di guidare dei negoziati seri. La Svizzera nella storia lo è stato spesso e dovrebbe esserlo anche in questo difficile frangente. Ma non certo inviando armi!
Siamo sicuri di voler dire addio definitivamente a un principio base che ci ha sempre caratterizzato, in nome di un’alleanza senza senso, impopolare e spinta dalle pressioni esterne, perdendo il ruolo storico di mediatore, ottimamente riuscito in altre occasioni, con benefici per tutti i paesi coinvolti?
Abbiamo conosciuto l’orrore dei conflitti mondiali a due passi da noi, riuscendo a proteggerci, a restarne fuori ed anzi a aiutare il processo di pace grazie al principio della neutralità: come
possiamo ora scegliere consapevolmente di inviare armi a un paese belligerante credendo di portare la fine delle ostilità?
Vogliamo veramente danneggiare in quel modo la Svizzera e la sua immagine storica che tanto prestigio le ha dato negli anni? Il nostro compito ora è metterci alla testa della mediazione per portare alla pace. Si può e si deve tornare in fretta a essere il paese neutrale di una volta, agendo così a favore della risoluzione dei conflitti.
*candidato UDC al Gran Consiglio