BELLINZONA – A undici giorni dal ballottaggio, la campagna elettorale ha letteralmente preso fuoco. Il tutto è partito dall’intervista di Giovanni Merlini al Corriere del Ticino dove ha definito Chiesa un esponente della famiglia Blocher e Marina Carobbio una statalista. In particolare da destra (ma anche da sinistra, vedi correlati) non sono mancate le reazioni furiose. Carobbio per ora non ha commentato, mentre Chiesa ha rivolto una pacata lettera aperta al collega di deputazione.
Parecchio arrabbiato è il vicepresidente dell’UDC Alain Bühler, che in un video pubblicato sui social ha sganciato delle autentiche bombe su Merlini. “Invece di avere una certa statura e una certa correttezza ha deciso di usare bugie e mistificare la realtà”, ha esordito, definendo a più riprese il liberale “un bugiardo”.
“Dice che Marco Chiesa non ha mai votato le misure di accompagnamento: lo ha fatto, pur non ritenendole efficaci, sappiamo tutti perché e per questo è stata lanciata l’iniziativa per disdire la libera circolazione. Merlini non attacca la libera circolazione poiché è sostenuto da Economie Suisse e AITI. Giovanni è un bravo ronzino che quando padron chiama trotta. Anzi, gira voce che riceva anche dei soldi per la sua campagna…”
“Merlini ha tentato di far passare le ecotasse come ecoincentivi, i ticinesi non sono stupidi e lo hanno riconosciuto”, prosegue Bühler. “Nelle scorse settimane, mentre attaccava l’UDC, ha detto che la preferenza indigena è applicata e sta mostrando i suoi effetti positivi dove c’è la disoccupazione. Ci prende per scemi? Preferenza indigena è ben altra cosa”.
Per il vicepresidente UDC, “un bugiardo che racconta le cose come vuole lui e viene anche ad attaccare Chiesa. Il cliché dell’emissario della famiglia Blocher fa molto cosa nostra, non lo commento nemmeno. È una persona che ha poco da dire, il problema, per loro e non per noi, è che c’è poco da dire contro Chiesa”.
Ma infine, seppur indirettamente, lancia una frecciata ai presidenti di PLR e PPD. “Mi fa ridere un colpo da basso stile così, me lo sarei aspettato da Caprara o da Dadò, non da uno in corsa per gli Stati. Mi auguro che questo faccia pensare chi abbia avuto l’idea di mettergli la crocetta. Un bugiardo agli Stati non lo voglio”.