ticinolibero
Tribuna Libera
28.12.16 - 17:540
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Idroelettrico ticinese: agiamo insieme affinché abbia un futuro

di Bruno Storni

La notizia dei tagli sul costo del personale di OFIMA/BLE pochi giorni dopo la votazione sull’uscita pianificata dal nucleare, come pure quella dei maggior costi di smantellamento delle centrali nucleari non dovrebbe sorprendere nessuno. I motivi della crisi dell’idroelettrico li abbiamo già esposti (AET e Idroelettrico le ragioni della crisi CdT 23 luglio), chiaramente il mercato parzialmente liberalizzato dal 2009 e l’esplosione dell’offerta non accompagnata dall’ipotizzata crescita dei consumi (anzi a livello europeo scende) hanno esposto la produzione idroelettrica ticinese alla concorrenza estera, oltretutto con il cambio euro/franco sotto l’1,1. Considerato che la liberalizzazione non può essere annullata e che le tre centrali nucleari utra45enni rimarranno attive e sul mercato, nell’attesa che qualche cosa si muova a Berna non ci resta che fare i compiti in casa e ridare un certo equilibrio al mercato energetico cantonale che attualmente penalizza l’idroelettrico Ticinese. Una parte della soluzione è effettivamente in nostre mani.Agire localmenteConcretamente in Ticino possiamo e dobbiamo agire su due punti. Il primo a livello legislativo cantonale ed è correggere il malus sulla distribuzione di energia elettrica per rapporto al gas. In Ticino il consumo di gas equivale a circa un terzo di quello di energia elettrica. Ebbene l’elettricità che è rinnovabile e prodotta in Ticino paga a Comuni e Cantone una tassa per l’uso del suolo pubblico (art.14 Legge Approvvigionamento Elettrico), mentre il gas, che è un’energia fossile importata, non paga nulla. Si tratta chiaramente di una situazione scorretta non solo commercialmente ma anche dal punto di vista ambientale. Una mozione che vuole far pagare l’uso del suolo pubblico come per l’elettricità anche al gas è tuttavia pendente dal 2014. Calcolando anche il contributo per il fondo per l’energia rinnovabile i Comuni incassano quasi 40 milioni all’anno di tasse sulla distribuzione di elettricità, l’equivalente di circa un terzo del costo di produzione dell’idroelettrico Ticinese, costo che già comprende un terzo per i canoni d’acqua. Il correttivo sul concorrente gas chiesto nella mozione è quindi più che giustificato. Un’altra macroscopica disparità è che la produzione idroelettrica Ticinese è ormai completamente esposta al libero mercato, mentre la distribuzione, che in Ticino è al 100% in mani comunali, gode al 100% del monopolio sulla rete (trasporto) e del monopolio per i clienti vincolati, ovvero quelli che consumano meno do 100 MWh/anno. Purtroppo diverse aziende di distribuzione pur potendo operare in condizioni estremamente favorevoli per rapporto alle aziende produttrici hanno poco riguardo per quest’ultime e preferiscono acquistare energia sporca non ticinese a minor costo.Margini sproporzionatiSappiamo che il costo di produzione dell’idroelettrico TI si situa sui 5 cts/kWh ma se analizziamo i prezzi che le aziende distributrici fatturano ai clienti vincolati constatiamo che ci sono inspiegabili grandi differenze con margini sproporzionati fin oltre al 100%. Al netto del costo di trasporto e delle diverse tasse, il prezzo dell’energia per il cliente finale varia tra circa 10.55 cts/kWh (Tiacqua) di SES a 4.03 cts (non certificata) dell’Azienda di Ascona (tariffe per economie domestiche). Praticamente fino oltre il doppio del costo di produzione! Da notare che le aziende distributrici incassano altri 5-6 cts/kWh per la rete (trasporto), cioè l’equivalente dei costi di produzione! Le aziende municipalizzate hanno lo scopo di offrire servizi alla cittadinanza come l’acqua potabile o canalizzazioni/depurazioni senza fare profitti. Purtroppo i Comuni hanno da sempre usato l’elettricità quale strumento per incassare tasse, usanza ereditata dagli albori dell’elettrificazione quando l’elettricità era un lusso per pochi. Acquisto al giusto prezzoLe Aziende distributrici pubbliche hanno anche una responsabilità sociale d’impresa verso tutto il territorio cantonale e devono rivedere la politica tariffale e sociale rivendendo maggiormente energia elettrica ticinese, oltretutto rinnovabile e a km zero pagando il giusto prezzo. E questo possiamo farlo senza chiedere nulla a Berna, sono decisioni che vanno prese dai Comuni proprietari. È auspicabile che lo si attui al più presto se vogliamo dare un futuro all’idroelettrico Ticinese. Bruno Storni, Membro Commissione Speciale Energia del Gran Consiglio
Potrebbe interessarti anche
Tags
TOP NEWS Tribuna Libera
© 2024 , All rights reserved

Stai guardando la versione del sito mobile su un computer fisso.
Per una migliore esperienza ti consigliamo di passare alla versione ottimizzata per desktop.

Vai alla versione Desktop
rimani sulla versione mobile