*Di Fabrizio Sirica
Un piano di risparmio di 50 milioni di franchi e la soppressione di 250 posti a tempo pieno nell’arco di 4 anni. Questa la misura proposta dalla SSR per rispondere alle difficoltà finanziarie dovute al calo dei proventi commerciali che dal 2017 si attesta circa a 100 milioni di franchi, 65 milioni solo nel primo semestre del 2020 a causa della crisi sanitaria covid-19.
La RSI sarà toccata da queste misure di risparmio? In che modo? E il ruolo del servizio pubblico sarà messo ancora più a dura prova? Il Partito Socialista è molto preoccupato soprattutto per la situazione della RSI, che ricordiamo è già stata toccata, negli scorsi anni, dalla soppressione e dalla precarizzazione dei posti di lavoro. Il PS comprende le difficoltà dell’azienda ma esse non possono giustificare la riduzione di posti di lavoro e neanche la conseguente messa in pericolo della qualità del servizio pubblico soprattutto in questo momento storico così difficile. Come PS deploriamo inoltre le forme di lavoro divenute sempre più precarie e le continue esternalizzazioni di attività della RSI.
Come PS chiediamo, attraverso una lettera pubblica mandat al Consiglio di Stato e alla deputazione ticinese alle camere federali di intervenire presso la SSR e il suo direttore Gilles Marchand affinché i tagli previsti non significhino un’ulteriore perdita di posti di lavoro nel settore dei media a sud delle alpi, regione già particolarmente toccata dalla crisi. In particolar modo riteniamo che eventuali tagli non debbano toccare il settore dell’Informazione, che deve continuare a poter essere il garante del servizio pubblico attraverso la pluralità delle visioni. Per queste ragioni è indispensabile che l’Informazione debba essere paragonabile al resto della Svizzera, sia per quanto riguarda l’informazione regionale che per quella nazionale e internazionale.
*Co-presidente Partito Socialista