COMO – L’automobilista che sabato sera è stato preso di mira dal carro attrezzi “anti ticinesi” voluto dal neo sindaco di Como Alessandro Rapinese (LEGGI QUI) ha replicato in quattro punti sul suo profilo instagram a quella che ritiene una vessazione da parte della polizia locale. Ha posteggiato il suo lussuoso jeeppone in via Grassi - zona a traffico limitato - e si è trovato a fare i conti con il carro attrezzi che Rapinese aveva evocato in campagna elettorale, promettendo tolleranza zero contro i posteggi abusivi in centro, con particolare riferimento ai ticinesi.
“Rapinese – scrive l’automobilista - penso che lei sia stato davvero confuso dal piccolo libretto rosso a cui si ispira (ndr: il Libretto di Mao). 1) La macchina non è stata rimossa. 2) Gli agenti intervenuti hanno fatto capire che si vergognavano del loro sindaco. 3) Ho messo la macchina lì per spendere soldi nella città della quale è sindaco. Non ci sono posteggi da nessuna parte, ovviamente includo soprattutto quelli a pagamento e purtroppo l’unica scelta era mettere la macchina dove la metto da dieci anni. 4) Infine vi erano tantissime vetture posteggiate come la mia e con targhe italiane alle quali non è stato fatto nulla poiché è prassi. E poi lei ha preso di punta i ticinesi…”.
Da parte sua, ieri Rapinese aveva spiegato al sito web ComoZero che “i controlli che hanno portato alla rimozione dell’auto con targa svizzera sono il frutto di un'intensificazione nell’opera di monitoraggio dei comportamenti scorretti. Il carro attrezzi che è intervenuto è un mezzo normale, di quelli in dotazione. Ogni valutazione ulteriore su uno specifico mezzo per i trasgressori svizzeri, di cui si è parlato in campagna elettorale, rimane oggetto di valutazione”.
Il sindaco ha poi sottolineato che “gli svizzeri stessi dovrebbero essere contenti di sapere che un loro connazionale, a bordo di un'auto da 100mila euro, dopo aver bellamente infranto il divieto di accesso in zona a traffico limitato e aver lasciato l’auto davanti a una farmacia, è stato immediatamente intercettato e sanzionato. Mi sembra civiltà. Io stesso sono in macchina in direzione Svizzera. Arrivato a destinazione, cercherò un parcheggio regolare, pagherò il ticket e farò in tranquillità quello che devo fare. Si tratta di convivenza civile”.