COMO – Sembra non aver molti effetti dissuasivi la politica del “carro attrezzi facile” promossa dal Sindaco di Como Alessandro Rapinese, che dovrebbe servire da deterrente per gli automobilisti ticinesi contro la sosta selvaggia nel centro storico della città lariana, obbligando i “negligenti” a pagare sul posto la sanzione, oltre ovviamente alla rimozione, per poter riavere il veicolo.
Del resto, la volontà del primo cittadino di ripristinare l’ordine è sempre stata inequivocabile: “Ho ereditato una città allo sbando. Il centro non è un autosilo a cielo aperto, per giunta gratis – ha sentenziato – “Sono certo che entro i primi mesi di mandato ci sarò riuscito”. Evidentemente, però, molti di loro non hanno ancora ben capito cosa rischiano, continuando a parcheggiare imperterriti in centro storico. E ciò malgrado vi siano stati, solo nell’ultima settimana, tre interventi tra rimozioni forzate e sanzioni ai danni di auto ticinesi, e solo un quarto automobilista sia riuscito a scampare al carro attrezzi fuggendo prima dell’arrivo della pattuglia della polizia locale. Ancora domenica scorsa, in pieno pomeriggio, un Suv è stato “pizzicato” bellamente posteggiato in piazza Volta sulla pavimentazione destinata a marciapiede.
Ma, se per i cosiddetti “furbetti ticinesi” scatta la gru del carro attrezzi, pare che miglior sorte non tocchi ai residenti: è dei giorni scorsi, infatti, la notizia di un tecnico degli ascensori costretto a lasciare la sua auto in sosta vietata durante un intervento e, temendo una multa salata, ha lasciato sul cruscotto un curioso biglietto: "Persona bloccata in cabina, arrivo subito. Non fatemi la multa sono solo un povero operaio”. Evidentemente, in passato era accaduto all'onesto lavoratore di trovarsi una multa sul parabrezza dopo essere stato chiamato d'urgenza per liberare qualche persona bloccata in ascensore. Segno che le multe fioccano anche per i residenti e la "dura lex" del sindaco Rapinese non lascia scampo.