Cronaca
14.10.16 - 16:000
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Un nuovo caso di pedofilia sconvolge il Ticino
L'uomo arrestato dieci giorni fa è un docente e municipale del Luganese, e collaborava negli anni scorsi con l'Hockey Club Lugano. La linea di sostegno sommersa di chiamate
BELLINZONA - Un nuovo caso di pedofilia scuote il Ticino, e nei social e sui portali di informazione non si parla d'altro.
La Polizia, qualche tempo fa, aveva inviato ai media un'email chiedendo prudenza. Oggi è stato ufficialmente comunicato da Polizia e Ministero Pubblico «che il 4 ottobre è stato arrestato un docente e municipale di un comune del Luganese. Le ipotesi di reato nei suoi confronti sono di atti sessuali con fanciulli, atti sessuali con persone dipendenti e pornografia. Negli scorsi giorni la Sezione reati contro l'integrità delle persone (SRIP) ha organizzato degli incontri con enti, società e persone toccate dalla fattispecie. L'inchiesta è coordinata dalla Procuratrice Pubblica Marisa Alfier».
Qualcuno ha reso noto il nome dell'uomo, scatenando un'ennesima discussione sulla legittimità di dare le generalità delle persone indagate.
Poi una nota del Lugano Hockey ha chiarito che l'uomo arrestato è stato collaboratore del suo settore giovanile. «L’Hockey Club Lugano comunica oggi di essere stato informato nei giorni scorsi dalla Sezione Reati contro l’integrità delle persone della Polizia Cantonale in merito all’apertura di un procedimento penale nei confronti di un 52enne docente e municipale (vedi articolo suggerito), che tra il 2004 e il 2012 ha operato quale volontario anche presso la società bianconera, come aiuto allenatore della sezione giovanile. In un contesto particolarmente delicato come quello di una società sportiva in cui oltre 400 ragazzi tra i 4 e i 20 anni praticano quotidianamente l’hockey su ghiaccio, la notizia ha particolarmente colpito e turbato tutti coloro che hanno a cuore la sana crescita sportiva ma soprattutto umana dei ragazzi. La collaborazione a titolo di volontariato tra l’Hockey Club Lugano e l’indagato si era interrotta nel 2012 per motivi che nulla hanno a che fare con i fatti dell’attuale procedimento penale. La società bianconera si è immediatamente messa a disposizione delle autorità inquirenti. Nel contempo ha subito convocato le famiglie dei ragazzi minorenni che giocano tuttora nell’HCL che nel corso degli anni hanno avuto la persona indagata come aiuto allenatore per una riunione informativa alla presenza di una rappresentanza della Polizia Cantonale e della direttrice dell’ASPI (Fondazione della Svizzera Italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia), Dr. Med. Myriam Caranzano-Maître. Per queste famiglie, come pure per quelle dei ragazzi che non sono più attivi in seno al club, l’Hockey Club Lugano ha inoltre predisposto un servizio di sostegno attivo da subito tramite l’ASPI (raggiungibile al numero telefonico 091/943.57.47 oppure all’indirizzo email info@aspi.ch) ed è inoltre in grado di fornire le coordinate per un’eventuale consulenza legale e i contatti con gli inquirenti della Sezione dei Reati contro l’Integrità delle Persone della Polizia Cantonale. Per garantire il corretto svolgimento delle indagini e a tutela di tutte le persone coinvolte, l'HC Lugano non intende rilasciare ulteriori informazioni».
La linea telefonica messa a disposizione di vittime e familiari dalla Fondazione della Svizzera Italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia (ASPI) è intanto tempestata di chiamate, al punto che la Polizia ha emesso un nuovo comunicato, specificando che «il sostegno attivo ASPI è rivolto unicamente alle persone coinvolte nella fattispecie. Per questo motivo la Fondazione invita le persone non toccate direttamente dalla problematica ad evitare di telefonare ed inviare scritti».