BELLINZONA – Il pezzo di carta, ovvero la laurea, garantisce sempre un lavoro? E in Ticino c’è una fuga di cervelli? A quanto riporta tio.ch in un articolo odierno, la risposta è due volte no.
Partiamo dalla fuga di cervelli. Ci sono tanti giovani ticinesi che operano in Svizzera Interna, perché chi lascia il Cantone lo fa già per studiare e poi rimane dove ha conseguito la laurea.
Ma sorprende, anche se non è una novità, che i laureati disoccupati aumentano mentre quelli con il diploma di scuola secondaria scendono: da 518 nel 2010 a 3118 l'anno scorso contro da 5973 a 5275 in otto anni.
I settori in cui il maggior numero di persone fatica a trovare dopo la laurea è il teatro, comunque un po’ un campo sui generis. Fra chi ha scelto facoltà che faranno lavorare nel campo sociale la disoccupazione è pari allo 0%, pochissima nel campo dell’insegnamento (1%) ed anche nelle professioni economiche e sanitarie, a quota 3%. Superiore nel design, col 13% e l’informazione col 15%.
I laureati svizzeri che a un anno dal master (dunque dei cinque anni di studio) sono senza lavoro sono il 4,8%, per quanto riguarda chi si laurea all’USI la percentuale è superiore, il 5,5%, ma in diminuzione rispetto al 2016.