Politica
12.06.17 - 11:150
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Il Ticino e la mafia, "prendiamo contatto col Grigioni per arginare le derive!"
A tornare ancora una volta sul tema sono Fonio e Bignasca, preoccupati dai dati che emergono dal cantone confinante. "E verremmo indeboliti da una centralizzazione delle Autorità inquirenti"
BELLINZONA – Il tema mafia continua a inquietare Giorgio Fonio e Boris Bignasca, che tornano sull’argomento con una nuova mozione.
La richiesta è di “interpellare immediatamente le autorità Grigionesi alfine di condividere una strategia congiunta nel voler arginare queste derive nell’interesse di entrambi i cantoni. Parallelamente chiediamo pure al Governo di volersi attivare con le autorità federali affinché venga rivista la strategia che vede il nostro Cantone indebolito da una centralizzazione delle Autorità inquirenti in ambito di criminalità organizzata”.
A preoccupare e a far scattare la richiesta relativa al Grigioni sono le notizie dei giorni scorsi: infatti “è emerso grazie un articolo del Corriere della Sera, che alcune società nei Grigioni e in Ticino sarebbero legate alla criminalità organizzata di una delle più potenti cosche del Nord Italia. A tal proposito il Municipio di Grono vuole vederci chiaro ed ha segnalato le società alle competenti autorità grigionesi e ticinesi”.
I due deputati fanno notare come avevano chiamato in causa due volte il Consiglio dl Stato ultimamente, e attendono ancora una risposta all’ultimo atto parlamentare. Temono ciò che definiscono “una strategia messa in atto da parte della Procura Federale volta a centralizzare a Berna le inchiesta sulla mafia, indebolendo di conseguenza le regioni periferiche come la nostra”.
“In questi ultimi anni il nostro Cantone ha cercato di mettere un argine a numerose situazioni grigie che hanno reso ulteriormente fertile il terreno a favore della criminalità organizzata che nel nostro Cantone ha trovato – e trova - un territorio ideale per gestire al meglio i propri illeciti affari. Nello specifico in alcuni settori si è tentato di mettere delle regole chiare in settori come l’edilizia introducendo l’albo imprese (LEPICOSC), l’artigianato (introduzione della LIA) e nelle fiduciarie (Legge sui fiduciari)”, ricordano il pipidino e il leghista.
Ma, appunto, il Ticino confine col Grigioni, dove secondo dati recenti sono aumentati esponenzialmente le società buca lettere (provenienti dal Ticino?, si chiedono i due) e i permessi B. E poi, le notizie arrivate dal Corriere della Sera.
Da qui, una richiesta di presa contatto, per fermare un fenomeno chiamato mafia sempre più preoccupante.