BERNA - La perdita di posti di lavoro tocca soprattutto i residenti in Ticino, non i frontalieri. E Piero Marchesi teme che quando si potrà riassumere persone, perché ci saranno le condizioni economiche per farlo, saranno preferiti i lavoratori da oltre confine.
Chiede nell'ora delle domande come ovviare a questo problema che vede sorgere.
Ma poi si sofferma a porre un quesito al Consiglio Federale di tipo pratico, che in diversi hanno affrontato a causa delle raccomandazioni di telelavoro. "A seguito della pandemia il telelavoro si è fortemente sviluppato e verrà verosimilmente in gran parte mantenuto anche in seguito. Se per molti aspetti questa pratica possa essere apprezzabile, si pone però il problema relativo alla tassazione dei frontalieri. Quali sono i rischi che i frontalieri, che lavoreranno prevalentemente dal domicilio in Italia, non potranno più essere imposti dall'erario ticinese, proprio per il fatto di lavorare dall'Italia e non più dal Ticino?", vuole sapere.