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Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana e Valentina Rossi, Responsabile Servizio
Oltre L'economia
07.02.20 - 09:000

Malgrado un clima internazionale caratterizzato da guerre commerciali e tensioni politiche, l’export svizzero ha nuovamente segnato numeri da record, dopo un 2018 già estremamente positivo.

Malgrado un clima internazionale caratterizzato da guerre commerciali e tensioni politiche, l’export svizzero ha nuovamente segnato numeri da record, dopo un 2018 già estremamente positivo.

Un franco su due è guadagnato all’estero. La nostra economia è dinamica e volta all’internalizzazione poiché trova condizioni favorevoli sui mercati esteri, grazie anche ai numerosi accordi di libero scambio siglati dalla Svizzera. 

Prova di questo successo sono i dati presentati dall’Amministrazione federale delle dogane concernenti il commercio con l’estero per l’anno 2019. 

Malgrado un clima internazionale caratterizzato da guerre commerciali, tensioni politiche e una congiuntura mondiale estremamente instabile, il commercio estero elvetico ha nuovamente registrato numeri da record, seppur con un minimo rallentamento. Dopo un 2018 estremamente positivo, lo scorso anno le esportazioni sono cresciute del 3,9% e le importazioni dell’1,6% portando l’eccedenza della bilancia commerciale a oltre 37,3 miliardi di franchi. 

Chi trascina e chi frena?

La locomotiva dell’economia elvetica è il settore chimico-farmaceutico, che in un solo anno ha avuto una crescita esponenziale di quasi il 10%. Da sottolineare che i soli prodotti farmaceutici rappresentano oltre il 40% del valore di tutte le esportazioni di merci svizzere. Segnali positivi arrivano anche dal settore orologiero e dagli strumenti di precisione, che hanno ripreso una buona attività.

La Germania rimane di gran lunga il più importante mercato di esportazione della Svizzera e, malgrado i segnali di recessione, l’export elvetico verso questo Paese ha continuato a crescere. 

Il clima di tensione a livello internazionale non ha scalfito nemmeno gli scambi con i maggiori leader mondiali: gli Stati Uniti si sono infatti rivelati essere il mercato più dinamico (+8.9%), seguito dalla Cina (9.7%). Le esportazioni svizzere verso il Regno Unito, che avevano già accusato un’importante riduzione nel 2018 (-18%), hanno incassato un nuovo colpo a causa delle incertezze politiche legate alla Brexit (-1.8%). Emerge infine la dinamicità del mercato russo e di quello di Singapore, che negli ultimi tre anni hanno continuato a crescere a ritmo sostenuto.

Futuro roseo?

I primi indicatori mostrano che l’export svizzero continuerà all’insegna della positività anche nel 2020. A fornire segnali concreti è il sondaggio sul clima dell’export di S-GE e il barometro delle esportazioni di Credit Suisse: oltre la metà delle aziende intervistate hanno infatti indicato che nel primo semestre 2020 prevedono una crescita dell’export. Cc-Ti e S-GE continuano a seguire e a sostenere con impegno le attività delle PMI della Svizzera italiana. 

Articolo a cura di Monica Zurfluh, Responsabile S-GE per la Svizzera italiana e Valentina Rossi, Responsabile Servizio Export Cc-Ti 

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