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Cronaca
08.09.20 - 13:540

“Il lupo uccide anche il territorio!”. L'uscita del Municipio di Cevio

Il tema in votazione il 27 settembre questa sera alle 19,30 a Matrioska. Mentre a sorpresa i comunisti difendono la legge contestata dagli ambientalisti

CEVIO - “Il lupo uccide anche il territorio!”. Il Municipio di Cevio scende in campo a sostegno della revisione della Legge federale della caccia in vitazione il 27 settembre. Lo fa con un comunicato stampa dal titolo shock.

E invita i paladini del lupo a mettersi a disposizione per custodire le greggi: a farsi pastori, insomma.

 

È inusuale che un comune scenda in campo in una consultazione federale, ma secondo l’esecutivo valmaggese “è sicuramente giustificato ed opportuno che il Municipio di un Comune di valle si esprima pubblicamente su un tema per noi di vitale importanza e che ci tocca molto da vicino. Il lupo non uccide solo le pecore e le capre che pure sono di qualcuno e meritano anch’esse protezione! Il lupo in effetti è sicuro che uccide anche l’allevamento tradizionale di montagna, di conseguenza altera il paesaggio pascolato e aperto, con relativi sentieri escursionistici, e di riflesso incide sui prodotti agroalimentari nostrani, così ricercati e importanti per l’economia locale (ristorazione, turismo), che identificano un territorio. Modifica pure la libertà e la sicurezza con le quali finora abbiamo potuto usufruire, con piacevole tranquillità, dei nostri boschi, valli e monti”.

 

Al controverso tema della revisione della legge sulla caccia è dedicata la puntata di Matrioska in onda alle 19,30 (e in replica alle 22,00) su TeleTicino. A confronto: il consigliere nazionale e presidente dei cacciatori Fabio Regazzi, il fondatore di Montagna Viva, Germano Mattei e due membri del comitato ticinese che si oppone alla nuova legge: l’ex consigliere nazionale Pierre Rusconi e la deputata Sabrina Aldi. Nella prima parte della trasmissione, invece, faccia a faccia tra Lorenzo Quadri e Rupen Nacaroglu sul video dell’UDC con protagonista una bambina che ha scatenato polemiche nella campagna sull’inziativa per l’abolizione della libera circolazione.

 

Sul tema della caccia, si segnala anche la presa di posizione del Partito comunista (PC) che, a sopresa, si schiera a sostegno della revisione legislativa, seppure con una riserva sull’articolo relativo al risarcimento degli allevatori in caso di greggi assalite dai lupi:  “Non temiamo un accanimento sulle specie protette, anzi l’impostazione della legge contribuisce ad alleviare i conflitti tra l’economica alpina e i grandi predatori – si legge nella nota del PC -. Infatti il Parlamento ha già deciso che non si deve intervenire sulle popolazioni di castoro, lince, airone cenerino e smergo maggiore. Pertanto, possono essere regolati soltanto i branchi di lupi, che rappresentano una seria minaccia per i contadini di montagna e tutta l’economia alpina.

 

Deprecabile è indubbiamente la caccia ai “trofei”, per questo motivo a livello cantonale avevamo sostenuto l’inasprimento della protezione alla pernice bianca. Purtroppo a costituire un problema di rilievo è, appunto, il lupo, mentre non è il caso della pernice bianca. Ecco perché non possiamo trattarli alla stessa stregua nella categoria “specie protette”. Poniamo quindi una distinzione con il ruolo della caccia quale regolazione della natura antropizzata, necessaria alla sussistenza umana e prendiamo atto che le organizzazioni ambientaliste e a tutela degli animali manterranno anche con la nuova legge la loro funzione vigilante della corretta applicazione della legge tramite il diritto di ricorso.

 

La sopravvivenza dell’agricoltura di montagna è messa a repentaglio: dai ridicoli prezzi del prodotto primario, dalla marginalizzazione della società moderna, ma anche dai grandi predatori come il lupo. Con questa revisione della legge si fornisce uno spazio agli animali selvatici senza doverne togliere agli ultimi agricoltori e agricoltrici delle più impervie vallate svizzere”.

 

Recinzioni e cani da protezione, proseguono i comunisti, “sono misure difficilmente attuabili e comportano ulteriori ripercussioni per l’economia delle zone periferiche, meno popolose, e sulle quali rischia di esprimersi il giudizio maggioritario delle aree urbane, poco sensibili ai ritmi di vita consustanziali alla natura. In tal senso il Partito Comunista ritiene necessario risarcire interamente le aziende agricole che subiscono perdite a causa dei grandi predatori e non condivide dunque questo puntuale inasprimento dei criteri di risarcimento proposto dalla legge in votazione”.

 

Ma torniamo alla presa di posizione del Municipio di Cevio: “Non si venga a dire che in un territorio popolato dai lupi non vi siano motivi per provare qualche comprensibile timore, tanto da evitare la frequentazione del territorio stesso in barba al tentativo – tanto sciagurato quanto ingenuo – di insistere con l’affermare che il lupo rappresenta un valore aggiunto per il nostro ambiente naturale. Il propagarsi del lupo dimostra chiaramente che negli ultimi decenni vi è stato un grande ampliamento della zona boschiva e quindi si è formato un habitat naturale adatto al ritorno di questo scomodo predatore.

 

La natura sta recuperando velocemente gli spazi che la nostra civiltà rurale del passato aveva fatto propri per motivi di sopravvivenza, anche con un uso diffuso del vago pascolo. Sulla questione della biodiversità vi è molta confusione e indicazioni contraddittorie, ma è sicuro che un territorio abbandonato dall’uomo e lasciato all’avanzata del bosco perde molto non solo in fatto di fruibilità ma anche in biodiversità in quanto sarebbe un territorio uniformato.

Più del lupo, per la biodiversità conta maggiormente un gregge libero al pascolo che mantiene il territorio con tutte le sue componenti naturalistiche. Già è stato dimostrato che una convivenza con l’agricoltura di montagna, anche se si adottano improbabili e onerosi provvedimenti sostanzialmente inefficaci, non è possibile e basta una predazione per generare comprensibili motivi di incertezza, di paura. Chi vuole sostenere il contrario, invece di manifestare posizioni chiaramente ideologiche, quindi irrazionali e che non vogliono considerare la situazione con il dovuto pragmatismo, invece di esternare teorie si metta concretamente a disposizione dei nostri contadini per fare i pastori a custodia dei greggi, giorno e notte!”.

 

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