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Cronaca
18.09.24 - 10:590
Aggiornamento: 22:04

Chiara e l'orrore dei neonati seppelliti in giardino: "Era una baby-sitter perfetta"

Parla l'imprenditore che per mesi ha affidato i suoi figli alla 22enne di Parma indagata per due infanticidi

PARMA - “Una baby-sitter perfetta”. Così Enrico Castellani, 55 anni, piccolo imprenditore veronese che si è stabilito a Vignale Traversetolo, in provincia di Parma, ha definito Chiara Petrolini in un’intervista al Corriere della Sera.

L’uomo ha tre figli: la più grande di dodici anni, il secondo di nove e la terza di sei. Da aprile, per un paio di mesi, li ha affidati alla ragazza indagata (ma non arrestata) per omicidio volontario e occultamento di cadavere: dopo aver seppellito il corpo di suo figlio, partorito in casa, in agosto è volata a New York con la famiglia. E gli inquirenti hanno trovato in giardino i resti di un secondo neonato.

Secondo la ricostruzione, la giovane, rea confessa, dopo essere riuscita a indurre il parto, avrebbe dato alla luce il piccolo nel bagno di casa, senza che nessuno si accorgesse di nulla. Poi sarebbe anche uscita con le amiche e, solo una volta tornata, avrebbe seppellito il neonato nel giardino della villetta.

E mentre sulla 22enne pesa l’ombra di due infanticidi, la Procura ha ribadito l’estraneità dei genitori della ragazza e del papà del neonato, Emanuele, coetaneo di Chiara. A La Stampa ha dichiarato: “Io quel figlio l’avrei voluto, potevo tenerlo anche da solo, ho 22 anni ma lavoro e mia madre mi avrebbe aiutato”.

Chiara ha lavorato come baby-sitter per pagarsi gli studi di giurisprudenza all’Università.

“La prima volta che l’ho vista – ha raccontato Castellani - le ho chiarito questo: guarda che son tre bimbi, son tre piccole pesti, se si mettono insieme son capaci di distruggere. Chiara mi ha risposto con un sorriso, lei era sempre sorridente: “Guarda, vedrai, io ci so fare con i bimbi, mi piacciono”. Ha spiegato che era il suo lavoro. Insomma, era sicura; veniva a casa, da noi, quasi tutte le mattine, da aprile a fine maggio. Due ore, dalle 5 e 50 alle 8, quando li portava a scuola”.

Nemmeno l’imprenditore, come tutti quelli che stavano accanto a Chiara, dai famigliari alle amiche, al fidanzato stesso, si era accorto di nulla: “Una cosa di cui non mi sono capacitato perché non si notava che fosse incinta, non si vedeva; io, almeno, non ho visto alcun cambiamento”.

E descrive così la ragazza: “Era bravissima, i miei figli l’adoravano, li seguiva, li portava a scuola, con loro stava benissimo. Ancora non riesco a capire come una ragazza così, per come l’ho conosciuta, possa aver fatto una cosa del genere. Non mi capacito, chissà cosa le è passato per la testa”.

 

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