Inclusione o selettività? «Il mondo fuori è selettivo. E la scuola non è un servizio sociale»

LUGANO - Una scuola più selettiva, per preparare i ragazzi a quello che è il mondo del lavoro. È la visione di Lorenzo Quadri, emersa durante un discorso tenuto al Palazzo dei Congressi ai docenti delle scuole comunali di Lugano, e riportato dal portale GAS social. Il documento "La scuola che verrà", ritenuto da Quadri «corposo e un po' ideologico», punta molto sull'inclusione. Un concetto che per il leghista non può essere la linea guida, col rischio di un livellamento verso il basso. «Questa parola molto alla moda vuole portare tutti gli allievi allo stesso livello: magari non è sempre possibile. A me viene in mente l’immagine della siepe da potare alla stessa altezza poi si arriva rasoterra e non è questo il risultato a cui dovrebbe puntare la scuola», ha detto il Municipale e Consigliere Nazionale. E allora ha introdotto il concetto di selettività. «Che piaccia o meno, il mondo fuori dalla scuola è selettivo e quindi la scuola non è che può essere una specie di paese di utopia con regole proprie, diverse da quelle del mondo esterno perché altrimenti quando si tratta di passare da un mondo all’altro può diventare problematico. Non c’è scritto da nessuna parte che gli allievi debbano tutti andare al liceo o all’università», ha proseguito Quadri. Frasi che faranno discutere, probabilmente, come quella in cui afferma che «la scuola naturalmente non è un servizio sociale, ma si trova spesso a doverne svolgere le mansioni».