Tribuna Libera
26.01.17 - 18:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
No al saccheggio delle casse federali per una mobilità poco sostenibile
di Matteo Buzzi
L’istituzione a livello costituzionale del nuovo fondo strade (FOSTRA) ha conseguenze importanti che vanno ben oltre la mobilità stradale. Il FOSTRA non è infatti un compromesso, come inizialmente l’aveva pensato il Consiglio Federale, ma è un vero e proprio saccheggio della cassa federale. Rispetto al progetto originario, il parlamento ha infatti moltiplicato per un fattore 2.5 l’ammontare dei fondi annui aggiuntivi a disposizione della costruzione stradale.
Già oggi 3,5 miliardi sono destinati ogni anno alla cassa stradale della Confederazione. Solitamente questa somma non viene neppure spesa completamente, sicché le riserve della cassa stradale ammontano a 1.5 miliardi. Con il FOSTRA saranno 4.5 i miliardi messi ogni anno a disposizione, di cui 650 milioni aggiuntivi direttamente dalle casse della Confederazione. Visti i drastici piani di risparmio a livello federale è evidente che l’accettazione del FOSTRA implicherebbe dolorosi tagli in altri settori molto importanti per la Svizzera, tra cui la socialità, la formazione e i trasporti pubblici. Anche senza il FOSTRA la costruzione stradale riceverebbe grazie all’omonima legge già approvata ulteriori 200 milioni all’anno a cui andranno ad aggiungersi tra qualche anno 225 milioni provenienti dal fondo per le infrastrutture ferroviarie. I mezzi finanziari per le strade sono quindi più che sufficienti per realizzare quei collegamenti ancora assolutamente necessari.
Il FOSTRA è un’offensiva stradale che porterà inevitabilmente ad incrementare la cementificazione del territorio svizzero, che sarà riempito da autostrade a 6 corsie. Mentre si taglia in settori importanti per la popolazione si vogliono delle autostrade di lusso anche laddove non sono necessarie. Meno del 10% dei fondi del FOSTRA verrebbero infatti investiti negli agglomerati, proprio dove vi è la necessità di trovare soluzioni all’intasamento delle strade. I programmi d’agglomerato sono già oggi previsti dalla legge sul fondo infrastrutturale e dalla Costituzione e possono essere portati avanti senza problemi anche in futuro.
In tempi di vacche magre bisogna definire chiaramente delle priorità di investimento. In un contesto di strade sempre più intasate e territorio disponibile ormai agli sgoccioli, investimenti straordinari andrebbero focalizzati esclusivamente in progetti che permettono di sviluppare la mobilità sostenibile del futuro, ovvero quella basata sui mezzi di trasporto pubblico (tramite maggiori frequenze e nuove linee) e la mobilità lenta (percorsi pedonabili e ciclabili migliori), meno inquinanti e invasivi del territorio. Un ulteriore aumento delle costruzioni stradali farà invece aumentare ulteriormente il traffico e renderà addirittura vani parte degli sforzi positivi fatti a livello di piani di agglomerato. Bisogna interrompere questo circolo vizioso e riorientare la mobilità individuale.
Votiamo quindi NO al saccheggio delle casse federali per progetti che ci allontano da una mobilità sostenibile e rispettosa del territorio svizzero.
Matteo Buzzi