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Tribuna Libera
05.02.25 - 09:450

Simona Genini: "il voltafaccia del Centro e l'oro facile della Banca Nazionale"

La deputata del PLR sull’iniziativa centrista che chiede di fare marcia indietro sul taglio ai sussidi per i premi di cassa malati

di Simona Genini *

La coerenza non è di questo mondo. Lo ha dimostrato, una volta ancora, il voltafaccia politico del Centro su una delle misure di risparmio del preventivo 2025 del Cantone — il taglio sui sussidi per il pagamento dei premi di cassa malati.

L’iniziativa centrista che chiede di fare marcia indietro su questa modesta misura di controllo della spesa sarà anche un piccolo capolavoro di tattica politica, ma è anche l’espressione di un populismo che non aiuta a fare progredire il paese.

Il risultato, insomma, è che dopo avere con estrema fatica approvato in Parlamento un preventivo frutto di un percorso (più o meno) condiviso per cercare di raggiungere l’equilibrio finanziario (entro fine anno dovremmo essere in pareggio), ora rischiamo di disfare una parte del lavoro fatto. Ci si può chiedere se oltre che essere molto discutibile, sia giuridicamente lecito procedere in questo modo.

Già lo sento: mi si replicherà che il taglio ai sussidi di cassa malati va annullato perché colpisce “i più deboli” e le famiglie — ma questa argomentazione non regge. Un terzo della popolazione ticinese (ca. 110'000 persone, nota bene) continuerà a percepire i sussidi cassa malati e, fra loro, 47'000 persone delle fasce economicamente più fragili non vedranno diminuire il sussidio di un centesimo. Per fare un solo esempio relativo al ceto medio-superiore: una coppia con due figli e un reddito lordo di circa 124'200 franchi avrà una diminuzione mensile del sussidio di 76.50 franchi – un sacrificio sopportabile, direi, tenendo conto anche del trattamento fiscale ultra-competitivo, a livello intercantonale, che il Ticino offre a questa fascia di contribuenti.

Nemmeno la seconda obiezione regge, ed è quella per cui le cose sono cambiate rispetto al momento del voto in Parlamento — e che, grazie al ritorno dei dividendi della Banca nazionale, il preventivo 2025 del Cantone è “drasticamente migliorato”.

Su questo punto bisogna essere chiari: la discussione sugli utili BNS è stato uno spettacolo soprattutto all’insegna dell’irrazionalità — con proposte più o meno mirabolanti che trattano una somma di 80 milioni di franchi come se si trattasse di 800 milioni, o di 8 miliardi. E, soprattutto, senza tenere conto che gli utili della BNS sono irregolari e imprevedibili, mentre i sussidi che il preventivo 2025 intende ragionevolmente correggere sono ricorrenti.

La verità è che il preventivo 2025 del Cantone dovrebbe rimanere così com’è — con l’aggiunta di quegli 80 milioni, che non sono un tesoretto da distribuire in cambio di consensi facili, ma un piccolo aiuto per riportare in equilibrio le nostre finanze pubbliche e garantire la sostenibilità a medio termine della spesa sociale. A vantaggio di tutti e specialmente di chi verrà dopo di noi. 

* deputata PLR

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