di Lorenzo Quadri*
1. E’ ora di mettere finalmente in votazione l’iniziativa popolare della Lega dei Ticinesi che chiede la deducibilità fiscale integrale dei premi di cassa malati. In questo modo si potrà portare un po’ di sollievo al ceto medio. L’iniziativa è riuscita nel dicembre 2022, ma da quasi due anni giace nei cassetti di Palazzo delle Orsoline.
2. La “ministra” socialista Baume Schneider giustifica l’aumento stellare a carico dei ticinesi con ragioni demografiche: ossia con l’invecchiamento della popolazione. A parte che in Ticino non siamo tutti centenari; a parte che il fattore demografico non può spiegare differenze così abissali (in Appenzello, che ha i premi più bassi, ci sono solo ventenni?); ricordiamo che molti anziani che vivono in Ticino sono pensionati provenienti dalla Svizzera interna, che quindi “sgravano” i costi dei Cantoni di provenienza. D’altra parte, i giovani ticinesi (“buoni rischi”) emigrano oltregottardo a causa del mercato del lavoro devastato dalla libera circolazione delle persone, che ci è stata imposta dal resto della Svizzera. Di conseguenza, come da mozione leghista a Berna, s’impone un’assunzione di responsabilità a livello federale. Ovvero, un meccanismo di compensazione demografico intercantonale.
3. Vogliamo finalmente sapere quanto pesano, sui premi di cassa malati, i migranti di ogni ordine e grado: asilanti, profughi ucraini – categorie sovrarappresentate in Ticino! - ma anche stranieri appena arrivati, che non hanno mai pagato i premi e che però usufruiscono del nostro sistema sanitario. Vanno resi pubblici i costi sanitari suddivisi per nazionalità e tipo di permesso.
4. Logiche conseguenze del punto 3: a) gli immigrati devono pagare dei premi di cassa malati più elevati, per compensare almeno in parte gli anni di contributi non versati; b) la copertura sanitaria di asilanti e profughi ucraini va ridotta; c) bisogna risparmiare sui sussidi Ripam a stranieri, permessi B in primis, per darli ai ticinesi.
5. L’aumento dei premi deve essere perfettamente aderente all’aumento dei costi sanitari. Se così non è, vuol dire che qualcuno sta facendo il furbetto.
6. Il giorno precedente l’annuncio dell’aumento dei premi per il 2025, il consiglio nazionale ha respinto il mio postulato che chiedeva di valutare l’introduzione di un contributo federale, da finanziare tramite risparmi, per abbassare linearmente i premi di cassa malati a tutti. Una soluzione che avrebbe il pregio dell’immediatezza e della semplicità. Ne beneficerebbero anche i redditi alti? Non è un problema: sono quelli che pagano più tasse e che maggiormente contribuiscono al finanziamento dei sussidi di cassa malati. Vale, in sostanza, il discorso fatto per la 13a AVS.
7. Riprende quota il discorso della cassa unica a livello federale. Che non è la panacea, ma corregge alcune storture. Ad esempio: quanti soldi hanno perso in borsa gli assicuratori malattia? Di quante riserve in esubero dispongono? Quanto spendono in campagne pubblicitarie per rubarsi a vicenda i “buoni rischi”? Quanto versano in salari stellari a megadirettori, consiglieri d’amministrazione, parlamentari-lobbysti e compagnia varia? Quante sponsorizzazioni elargiscono? Tutto ciò avviene con i soldi dei nostri premi.
8. In Ticino c’è forse, rispetto al resto della Svizzera, un esubero di offerta, in particolare di centri medici, di servizi privati di cure a domicilio e di infermieri indipendenti?
9. Occorre scoraggiare il consumo di prestazioni sanitarie inutili. L’aumento della franchigia minima non è un tabù. In generale: non sta in piedi che chi è sussidiato, e quindi di tasca propria ci mette poco o niente, vada dal medico senza motivo, mentre il ceto medio - che deve pagare tutto senza alcun aiuto pubblico, e che finanzia con le proprie imposte i sussidi agli altri - rinunci a curarsi per motivi di costo.
10. E’ chiaro che, con l’ennesimo salasso di cassa malati alle porte, ogni forma di aggravio fiscale diventa impensabile.
*Consigliere Nazionale Lega