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02.10.22 - 14:120
Aggiornamento: 28.10.22 - 14:12

"Si va verso un totalitarismo tecnologico. Per impedirlo, serve una rivoluzione culturale"

Carlo Vivaldi-Forti nel suo "Sovranità al popolo" usa termini forti per descrivere quanto vede accadere nelle realtà sovranazionali, parlando addirittura di morte della civiltà. E la Svizzera non può chiudere gli occhi

 

BELLINZONA - Le realtà sovranazionali di oggi sono frutto del periodo storico iniziato con le rivoluzioni del XVIII secolo; non sono più attuali, perché anche le popolazioni sono cambiate. Non si ha più a che fare infatti con masse analfabete.

Secondo l’autore, che propone una analisi lucida e decisamente preoccupata di quanto sta accadendo attorno alla Svizzera, si sta andando verso un totalitarismo tecnologico. Si tratterebbe di qualcosa di distante dalle forme tiranniche di governo dei decenni passati, ma che porterebbe all’egemonia di una cupola economico-finanziaria. Non trattandosi di persone elette, i suoi membri non possono esprimere la volontà dei cittadini, ma “condizionano  in modo pesantissimo  le decisioni  dei parlamenti e degli esecutivi, rendendole per questo omogenee in tutto il pianeta”, portando a “ristagno economico; progressiva scomparsa delle attività produttive indipendenti, soffocate dalla barbarie fiscale o fagocitate dalle  multinazionali; disoccupazione di massa; reddito di cittadinanza quale elemosina assistenziale disincentivante il lavoro; depressione diffusa e crollo delle prospettive per i giovani; scomparsa della famiglia, denatalità  inarrestabile”. Addirittura, “alla morte della civiltà come la conosciamo”.

Come uscirne, quindi? Con una rivoluzione culturale che porti a un sistema di doppia rappresentanza. Vivaldi-Forti cita come esempi il doppio potere di Cantoni e Comuni in Svizzera e quello di Regioni e Province in Italia. Indispensabile è liberarsi dell’egemonia della cupola economico-finanziaria. Nel federalismo partecipativo che studia e che propone nella sua opera, “la rappresentanza diretta e organica della società civile nel secondo ramo del Parlamento, non sostituisce quella tradizionale, fondata sui partiti, ma l’affianca”. La direzione del processo decisionale risulta invertita: se oggi va dal vertice alla base, si dovrebbe andare al contrario, dalla base al vertice. Dopotutto, chiunque oggi ha accesso all’informazione dovrebbe poter dire la sua nei processi di decisione politica.

Qualsiasi sia la propria ideologia, “Sovranità al popolo” è un testo da leggere, per riflettere su quel che sta accadendo fuori dalla porta di casa nostra. 

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