ticinolibero
Cronaca
22.09.15 - 15:390
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Bellinzona non è Lugano: «niente conigli bianchi»

Intervista a tre con Mario Branda, Andrea Bersani e Riccardo Calastri. «Senza aggregazione - e questo vale per tutti, ricchi e poveri - il moltiplicatore non diminuirà, anzi»

BELLINZONA - Una chiacchierata con i “papà” della Nuova Bellinzona: Mario Branda (sindaco di Bellinzona), Andrea Bersani (sindaco di Giubiasco) e Riccardo Calastri (sindaco di Sementina), che assieme al sindaco di Monte Carasso, Ivan Guidotti, sono fra le persone che più si sono prodigate negli ultimi anni per portare il progetto di aggregazione davanti alla popolazione.Perché è necessario fare un’aggregazione così importante, con ben 17 Comuni?Mario Branda: «Gli equilibri e la distribuzione delle forze in Ticino sono enormemente cambiati negli ultimi quindici anni. È nell’interesse del Cantone, ma ancor più della nostra regione, avere un Comune sufficientemente forte per far sentire la sua voce nel contesto della politica cantonale, ma anche federale. È indispensabile poter condurre una politica incisiva e avere un’amministrazione sufficientemente forte, in modo da poter portare avanti una serie di progetti fondamentali per il futuro del Bellinzonese».Non sarebbe stato più prudente procedere a tappe, creando dapprima alcuni Comuni, e poi solo in un secondo tempo mettersi tutti assieme?Andrea Bersani: «Era una delle tante ipotesi di lavoro all’inizio. Ma la ferma volontà di tutti di dar vita al progetto, ha di fatto sì che tutti e 17 abbiano da subito sottoscritto l'istanza di aggregazione. I Municipi dei Comuni più piccoli, in particolare, hanno comprensibilmente voluto salire sul treno alla stazione di partenza e poter dire la loro; francamente non sarebbe stato corretto costringerli ad attendere. Ma forse questa è proprio la forza del nostro progetto».Al progetto non sembrano opporsi in molti. È un buon segno?Riccardo Calastri: «No, perché non essendoci oppositori è possibile che chi ha qualche perplessità non essendoci un reale dibattito non trovi le risposte che cerca. Si rischia che vi sia maggiormente un “voto di pancia”».Parliamo della Nuova Bellinzona, partiamo dai cittadini: cosa cambierà a livello dei servizi offerti?RC: «Disporremo di una struttura amministrativa più professionale e più attrezzata per far fronte alle problematiche del giorno d’oggi. Saremo sufficientemente strutturati per rispondere a queste nuove esigenze. I servizi che già ci sono vengono tutti garantiti, non smantelleremo nulla».Quindi i cittadini della periferia del nuovo Comune, pensiamo a Cadenazzo piuttosto che Claro, non avranno dei servizi inferiori rispetto a quelli attuali?AB: «No. Tutti i Comuni, che dispongono di strutture idonee allo scopo, ospiteranno sportelli per servizi di base e, laddove abbiamo individuato l'esistenza di spazi confacenti, ovvero a Cadenazzo, Giubiasco, Sementina, Monte Carasso, Arbedo e Gorduno, verranno spostati interi settori dell'amministrazione (ad esempio il settore finanze, piuttosto che l'ufficio tecnico, o il settore controllo abitanti piuttosto che quello sociale), escludendo una loro centralizzazione nell'attuale comprensorio della Città. La possibilità di trasmettere dati da una cancelleria all'altra dovrebbe anche permettere al cittadino di Cadenazzo, che si trovasse a Claro, di svolgere presso quello sportello le sue pratiche. Per quanto concerne, polizia, servizi esterni, manutenzione, eccetera, i cittadini del nuono Comune non avranno nulla da temere; saranno ancora gli stessi fuzionari a garantirli su tutto il territorio, come finora».Un miglioramento riguarda le scuole, sarà più facile mantenere le sedi piccole, e sarà più facile iscriversi in sedi diverse?MB: «Le scuole sono comunali, ma vi è una sovraintendenza cantonale. Quindi compatibilmente con le leggi cantonali questo sarà possibile».Un vantaggio tangibile lo si misurerà al bagno pubblico, il biglietto sarà più conveniente per tutti i cittadini dei Comuni aggregati? E le altre infrastrutture sportive?MB: «Buona parte delle infrastutture sportive è concentrata nell’attuale città di Bellinzona. Siamo felici di poterle condividere con i cittadini del nuovo Comune. E certamente, il biglietto del bagno pubblico sarà quello a tariffa ridotta».Il cittadino dei piccoli Comuni però teme di perdere la prossimità con il sindaco, con i municipali, con il segretario comunale… .RC: «In realtà anche nei Comuni piccoli è sempre più difficile “tirare la giacchetta” al sindaco, perché è sempre più difficile derogare alle normative per andare incontro a esigenze particolari del cittadino. Una volta magari era più facile concedere un favore, ma era anche più facile danneggiare un cittadino se questo non era nelle “grazie” del Municipio. Con un Comune più grande sarà più facile definire e regolamentare i servizi erogati, le pratiche saranno disbrigate in modo più professionale. Spero quindi che questi timori vengano superati, perché non hanno più ragione di esistere».Un’altra preoccupazione riguarda le piccole imprese, a cui i Comuni prestano una certa attenzione. Queste ditte non riceveranno più nessun mandato dal nuovo Comune?RC: «Tutti i nostri attuali Comuni hanno sempre avuto un occhio di riguardo per le ditte che hanno la loro sede sul proprio territorio. Così sarà anche in futuro. Se una ditta avrà la sua sede nel nuovo Comune, per quel che riguarda le possibilità di attribuzione di mandati diretti – se i parametri economici saranno rispettati – certamente beneficeranno di un occhio di riguardo anche in futuro».La Nuova Bellinzona ha grandi progetti. Il primo treno da non perdere è Alptransit…MB: «È anche il più importante, perché ci avvicinerà al nord delle Alpi e, una volta aperta anche la galleria del Ceneri, ci collegherà in modo ottimale al resto del Cantone. Si tratta di cogliere le opportunità che questa centralità ci darà».L’arrivo di Alptransit fornirà qualche garanzia in più alle Officine? O le preoccupazioni non sono finite?MB: «Le preoccupazioni rimangono. Ma un Comune più forte, anche dal punto di vista politico, potrà farsi sentire meglio e dare un miglior sostegno a progetti che potrebbero svilupparsi alle Officine e al nuovo Centro di competenze».Una grande potenzialità è quella turistica. Si parte dal rilancio dei castelli.MB: «Abbiamo appena licenziato un messaggio che illustra le future strategie sui castelli. Ma non ci sono solo i castelli, nella nostra regione ci sono molti elementi che possono concorrere a fare del Bellinzonese una regione che abbia anche una certa vocazione turistica, con il relativo sviluppo sociale, economico e culturale».A Lugano ha aperto il LAC, a Locarno arriva il Palacinema, Bellinzona non rischia di restare indietro con la politica culturale?MB: «Questa è un’ulteriore dimostrazione del cambiamento di equilibri che si è prodotto di recente nel Cantone. Ed è solo con un Comune più forte che riusciremo ad avere una progettualità anche culturale. E si auspica anche con il sostegno del Cantone, in modo che queste risorse non vengano indirizzate esclusivamente verso il Ceresio e verso il Verbano, ma che arrivino in parte anche nella nostra regione. Questo potrà avvenire più facilmente con un Comune aggregato».Grandi speranze di sviluppo anche dall’Istituto di ricerca in biomedicina (IRB), come si intende agire?MB: «L’IRB fa parte di una delle aree di sviluppo individuate nello studio aggregativo, il comparto “scienze della vita”. Il nuovo Comune intende impegnarsi anche su questo fronte, sostenendo finanziariamente la costruzione della nuova sede, creando a livello economico e pianificatorio le premesse per realizzare un “biopolo”, favorendo l’insediamento di attività economiche attorno all’IRB».Negli scorsi anni si è parlato di “ospedale cantonale”: a lungo termine il Bellinzonese rischia di perdere il suo ospedale?AB: «Spero proprio di no. È però anche vero che certe sfide si vincono uniti e non ognuno per la sua stada».Parliamo di finanze: il moltiplicatore previsto fra l’88 e il 92 percento è abbastanza attrattivo per convincere i cittadini ad aderire al progetto aggregativo?AB: «Questa non è un'aggregazione che punta su moltiplicatori mirabolanti. Lo abbiamo sempre detto. Se qualcuno pensa che ci potremo permettere un moltiplicatore al 70% non deve votare sì. Possiamo però creare le condizioni quadro affinché questa regione cresca e diventi maggiormente attrattiva per vivere e lavorare. Una cosa è comunque certa. Senza aggregazione - e questo vale per tutti, ricchi e poveri - il moltiplicatore non diminuirà, anzi».Sarà però difficile che i cittadini di Sant’Antonino, che beneficiano di un moltiplicatore al 65 percento, dicano di sì. Senza questo Comune il moltiplicatore della Nuova Bellinzona sarà più alto?AB: «La forchetta fra l’88 e il 92 percento è confermata, anche nel caso in cui non ci fosse Sant’Antonino».A livello organizzativo non sarà facile mettere assieme 17 amministrazioni comunali. In una battuta, cosa ce ne facciamo di 17 segretari comunali?RC: «Il nuovo Comune nascerebbe nell’aprile 2017, dalla votazione c’è un anno e mezzo di tempo. Poi chiaramente ci vorrà un po’ di tempo per oliare i meccanismi. In un Comune da 50 mila abitanti chiaramente ci saranno maggiori servizi: ad esempio, attualmente in nessun Comune vi è un ufficio del personale, chiaramente nel nuovo Comune andrà creato. In ogni caso avremo bisogno di tutti i collaboratori: a Lugano con 68 mila abitanti ci sono 2'200 dipendenti, nella Nuova Bellinzona con 52 mila abitanti ve ne sarebbero 1'100. Non lasceremo a casa nessuno. E con il risparmio ottenuto unendo le amministrazioni comunali si potrebbero avere più servizi».Il Cantone ha dimostrato di credere in questo progetto, tanto che contribuirà con 52 milioni di franchi, mille franchi a testa. Grazie all’aggregazione il Bellinzonese riuscirà a farsi sentire maggiormente dal governo cantonale?RC: «Sicuramente. Come presidente dell’Associazione dei Comuni ticinesi lo vedo chiaramente, il peso specifico della Città di Lugano è molto più importante degli altri centri. Quando Lugano ha fatto la voce grossa per avere uno sconto sulla sua quota di contributi alla perequazione, non è il Municipio che è andato dal governo, ma è il Consiglio di Stato che è andato a Lugano. Aggregandoci avremo sicuramente un peso specifico maggiore. È uno dei motivi che mi spinge a sostenere questo progetto».Non si rischia che anche la Nuova Bellinzona faccia la fine di Lugano, tante promesse ma poi si devono chiudere i gabinetti?MB: «Le basi di partenza di questo progetto sono molto diverse. Fin dall’inizio siamo stati accompagnati da un gruppo di specialisti, anche nell’ambito delle finanze pubbliche, i quali hanno allestito delle proiezioni che tenessero conto dei diversi scenari. Per questo siamo fiduciosi nel dire che i servizi che abbiamo potranno essere confermati, e possibilmente anche ulteriormente sviluppati».Mario Branda ambisce a fare il sindaco anche della Nuova Bellinzona?MB: «Cominciamo a fare l’aggregazione. Poi vedremo».In breve, come convincere gli indecisi a votare sì?MB: «Non esiste una formula magica, una parola o uno slogan ad effetto in grado, da soli, di convincere. Non ci sono jolly né conigli bianchi tirati fuori da improbabili cappelli; c’è invece, per chi ha voglia di scoprirlo, un lavoro serio e complesso che ha impegnato molte persone durante oltre tre anni. C’è la prospettiva di condividere un territorio che già oggi ci unisce ed un progetto di sviluppo che tiene conto dell’attuale qualità di vita, ma che allo stesso tempo guarda al futuro. Abbiamo bisogno di governare insieme questo territorio e di unire le nostre competenze ed i nostri punti di forza». Articolo tratto da TicinoLibero Paper 02.
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