Cronaca
24.11.15 - 05:560
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40
Freysinger, «ero troppo pericoloso per poter essere eletto. Gobbi ha poche chance»
Il Consigliere di Stato vallesano, escluso dal ticket UDC, ne ha per tutti. «Con Parmelin, si darebbe un enorme vantaggio all'UDC in Svizzera romanda. Vincerà Aeschi. Se un politico è forte, a Berna non resiste». E il futuro dell'Europa, secondo lui, è... svizzero,
SION - Oskar Freysinger è stato escluso dal "tricket" dell'UDC, ma se lo immaginava e non ne fa una tragedia. La politica non è ancora pronta, a suo dire, ad un Consigliere federale come lui. In una chiacchierata ad ampio raggio, ci ha parlato dei tre candidati, di Blocher e di come evolverà l'Europa.
Non è stato scelto nel "tricket". È deluso? Come ha detto in un'intervista al Blick, era già tutto deciso?«Non sono deluso, era già scritto prima della riunione del gruppo parlamentare. Non è il popolo che decide, ci sono degli interessi enormi e delle strategie. Io mi sono messo a disposizione del partito, ho fatto il mio dovere. Perché penso che era già tutto deciso? Lo so (ride, ndr). Sono nella direzione del partito e so alcune cose. Il partito voleva questo ticket e l'ha avuto, per far sì che gli altri non potessero dire di non avere una vera scelta: ci sono tre profili di candidati diversi. Hanno avuto paura che io potessi essere eletto, scegliendo qualcuno come me che sa trattare e costruire un'immagine ed è noto anche fuori dalla Svizzera, e che oltretutto conosce molte lingue. Ero pericoloso, dunque non avevo chance. Va bene così, se fossi stato eletto sarebbe stato un problema lasciare il seggio in Consiglio di Stato nel Vallese, è l'unico che abbiamo. Parmelin, ad esempio, non si è voluto candidare nel Canton Vaud, anche se non tutti lo sanno... ».
Come mai si ritiene troppo pericoloso per essere eletto? «Avrei portato un po' di immaginazione e di poesia in Consiglio federale, non sono fatto per essere in Governo... . I posti sono occupati dai partiti ma le decisioni sono prese da altre forze: l'economia, i gruppi di interesse e i partiti. Il sistema svizzero è così, se c'è qualcuno che è troppo forte non rimane troppo a lungo in Consiglio federale, basti vedere cosa è successo con Blocher, che aveva davvero un'idea politica. Abbiamo con Ueli Maurer un vero UDC, che è comunque molto limitato nelle sue decisioni, non può parlare. Per me sarebbe stata una sciagura non poter dire quello che penso!».
Norman Gobbi secondo lei ha qualche chance?«Conosco Gobbi, è valido. Lui è della Lega, e questo è il primo problema, ha una linea dura sull'immigrazione e ha cambiato partito poche settimane fa, difficilmente sarà eletto. E poi a Berna non ha una lobby abbastanza forte».
Rimangono Parmelin e Aeschi. Il favorito appare quest'ultimo, nonostante l'inchiesta emersa nelle ultime ore.«Parmelin è una persona gentile, della Svizzera Romanda. Se venisse eletto porterebbe un vantaggio all'UDC nella sua zona, perché si avrebbe maggiore visibilità, ma non credo proprio che i deputati siano stupidi e permettano all'UDC di rafforzarsi nella Svizzera francese: sarebbe un notevole vantaggio per le prossime elezioni, quindi molti deputati diranno che lo sosterranno e invece non lo faranno. Rimane Aeschi. Con lui hanno fatto una mossa intelligente. Non hanno scelto Brand, conosciuto per le sue posizioni sull'immigrazione, su cui ci sono conflitti con altri partiti. Scegliere un economista di Haward è un segnale ai radicali e alla parte economica del PPD: un economista che cercherebbe di correggere quel che si può della politica catastrofica di Widmer-Schlumpf sul segreto bancario. Credo avrà tutti i voti dei radicali, dell'UDC e di una buona parte dei cristiani democratici. L'inchiesta? Quando uno è candidato si cerca di tutto... . Ma non credo avrà una grande influenza, per il momento non mi pare sia qualcosa di grave».
Cosa pensa delle dichiarazioni di Blocher in merito a un ammorbidimento di quanto votato il 9 febbraio?«L'Europa sta cambiando rapidamente, tutto quanto è stato costruito sta per essere rimesso in discussione perché non funziona. Schengen è morto, Dublino anche. E la libera circolazione comincia a essere invisa ai britannici e da altri paesi. Tutto il sistema è indebolito, Blocher può giocare un po' a trattare, perché il futuro andrà nella direzione che vogliamo, ovvero verso il ritorno delle frontiere nazionali e forse una Confederazione europea sul modello della Svizzera. Molta gente mi dice che il futuro è la democrazia diretta svizzera, e ora l'idea comincia a entrare nella testa dei politici. Succederà, è solo questione di tempo. Non serve fare rivoluzioni quando si potrà avere un'evoluzione che andrà nella stessa direzione. Possiamo comunque essere aperti a vedere cosa succede, tutto cambia da un giorno all'altro. Sono 15 anni che affermo queste cose, e mi davano del pazzo e del razzista, adesso i fatti sono sotto gli occhi di tutti».