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Cronaca
04.01.16 - 20:180
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40

Svizzera ultima, Ticino ultimo, ma ci saranno meno frontalieri...

Niente di buono sul fronte delle previsioni economiche. Angelo Rossi tira le somme, si potranno rallegrare coloro che vogliono meno frontalieri

BELLINZONA - Un anno così così. È quanto si prospetta per l'economia elvetica, con previsioni di crescita del PIL fra l'1 e l'1,5 percento. Poca roba in confronto alle previsioni di qualche mese fa, che ci vedevano veleggiare su tassi attorno al 2 percento, non male se paragonate alle tinte fosche predette poco dopo l'abbandono della soglia minima di cambio contro euro da parte della BNS lo scorso anno. A tirare le somme è l'economista Angelo Rossi, che nel suo contributo su "Azione" spiega che saranno le economie americana ed europea a "tirare il carro", a tutto vantaggio delle nostre industrie di esportazione, che verranno tuttavia penalizzate dal franco forte. Se l'economia cresce poco a risentirne sarà anche la disoccupazione, che potrebbe tornare a crescere, e con essa le spese di Cantoni e Comuni, chiamati ad un maggiore impegno sul fronte sociale. Da qui la non difficile previsione di un 2016 all'insegna dei disavanzi per i conti pubblici, a meno che le banche non tornino a contribuire in modo un po' più cospicuo all'erario pubblico. Le previsioni economiche su scala nazionale permettono ad Angelo Rossi di tracciare anche qualche previsione più specifica per il Ticino, concentrandosi sui settori importanti per il cantone. Con una previsione di lieve ripresa dei pernottamenti (sempre che la stagione invernale senza neve non azzoppi sul nascere l'intero anno), il turismo ticinese conoscerà quest'anno un evento straordinario, ossia l'apertura della nuova galleria ferroviaria del San Gottardo, che magari potrebbe dare una "spintarella". Per il settore delle costruzioni si prevede invece una situazione di ristagno, situazione ancora critica per il commercio al dettaglio sempre a causa del franco forte, e quindi - tirando le somme - «è probabile che, come nel 2015, la crescita dell’economia ticinese sia, nell’anno appena iniziato, inferiore a quella media nazionale». «Poco male, la congiuntura modesta frenerà lo sviluppo del flusso di frontalieri. E questo basterà per far contenti molti!», aggiunge con una punta di sarcasmo l'economista. E se il Ticino sarà il fanalino di coda della Svizzera, la Svizzera sarà a sua volta il fanalino di coda dell'intera Europa. Colpa del franco forte, sempre "lui".
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