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Cronaca
22.01.16 - 11:220
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

«Voglio solo che Nina torni a casa»

L'intricata vicenda di una cagnolina "rapita" da una volontaria che aveva promesso di farle fare una vaccinazione e il passaporto. «Non pensano che anche lei soffra?»

STABIO – Il primo novembre, in casa Lopez è arrivata Nina, un batuffolo di tenerezza. Da sabato, non si sa dove sia e come stia. La famiglia sta cercando in tutti i modi di riportarla a casa, anche attraverso un gruppo Facebook. «Non mi arrendo, rivoglio il mio cane. I miei figli più piccoli non sanno ancora cos’è successo e pensano che tornerà, io non voglio credere il contrario», ci racconta la signora Eleonora. Che ha peccato, forse, di ingenuità in questa storia che ha dell’incredibile. Nina è stata portata a Stabio da un canile da Caserta. I nuovi proprietari sono andati a prenderla a Milano, su richiesta della volontaria incaricata di trasportarla. «Il preaffido della cagnolina è stato fatto tramite una ragazza di Bellinzona, trovata dal canile. Prima di Natale, il veterinario mi ha detto di non preoccuparmi per i vaccini, che alcune malattie che i cani rischiano di prendere in altre zone qui non ci sono, e che avremmo fatto tutto con calma dopo l’Epifania». Qualche giorno prima delle feste, però, alla porta si presentano, non attese, due donne. «Erano delle volontarie, io direi pseudo volontarie, mandate dal canile. Mi hanno detto che avevano contattato la ragazza del preaffido ma che lei non aveva risposto (in realtà, lei mi ha confermato di aver trovato due chiamate sul cellulare e di non aver potuto richiamare). Mi sono sembrate subito altezzose, cominciando a muovere critiche e a mettermi ansia: non andava bene il divisorio che avevo messo per Nina, lasciandole a disposizione un pezzo di corridoio, il balcone ed una stanza da letto, per far sì che non stesse vicino a mio figlio di un anno. Una misura che mi ha consigliato il veterinario, dato che a tre mesi ancora sporca». Le due donne dicono alla signora Lopez che ha sbagliato a non far fare i corsi specifici a Nina e che rischia una multa di 1'000 franchi. E dicono che la figlia di sette anni abbia dato un calcio al cane, «in realtà ha alzato il piede perché Nina ha i denti già sviluppati e mordendola su un polpaccio le ha fatto male». Nessuno dice che il periodo di preaffido sia andato male. Dieci giorni fa, la cagnolina ha un nuovo appuntamento col veterinario, che fa notare alla padrona come manchi il passaporto. È il mio primo cane, non sapevo che non fossero sufficienti libretto delle vaccinazioni e microchip», ammette Eleonora, che contatta il canile a Napoli: la volontaria dice di non conoscere la regola. Nessun veterinario vuole rilasciare il passaporto al cane senza vederlo, e con le volontarie si giunge a un accordo: l’animale sta 21 giorni in Italia, a Milano, dove le verrà fatta l’antirabbica e rilasciato il passaporto. «Mi avevano minacciato che rischiava la soppressone senza passaporto. Avevo una brutta sensazione, ma mi sono fidata. È venuta una volontaria di Trezzano sul Naviglio a prendere il cane, sabato. Non ci ha voluto lasciare i documenti, e mentre noi stavamo scendendo in strada per salutare il cane, ha caricato Nina in auto ed è partita. Mia figlia, vedendo la scena, si è messa a piangere e strillare». Da lì, la famiglia non ha più nessuna notizia. Le volontarie non hanno risposto alle chiamate e ai messaggi, neppure tramite social network. I Lopez hanno denunciato la scomparsa alla polizia, che ha cercato senza trovarla la cagnetta in casa della volontaria di Prezzano. «Affermano che non possono più fare nulla. E se fosse stato un bambino avrebbero continuato a cercarlo, un cane conta meno di zero per loro? Inoltre, sul microchip di Nina l’intestataria è ancora la volontaria di Napoli, dunque non ho nessun diritto su di lei. Ma è stata con me tre mesi, se mi avessero detto che non ero idonea ad essere la sua padrona era diverso». Sui social network, fra gli interessati, volano parole forti e minacce di denunce. «Non mi interessa, io vado avanti. Così è un furto, anche Nina sta soffrendo, a lei non pensano?», si chiede la signora Lopez.
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