Cronaca
01.02.16 - 13:500
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Ghisletta, «molinari, via le mele marce. E il Municipio pensi al nostro progetto»
Il presidente del PS luganese prende posizione sugli episodi di sabato. «Non si sgombera perché tre scalmanati eccedono. Gli altri fanno interrogazioni, noi proposte concrete»
LUGANO - Tiziano Galeazzi, sul nostro portale, ha chiamato in causa la sinistra: come si pone rispetto ai molinari e a quanto accaduto sabato, con l'aggressione alla polizia da parte degli autogestiti?
Lo abbiamo chiesto a
Raoul Ghisletta, presidente del PS luganese. «Non devo fare l'avvocato dei molinari...» esordisce ridendo, poi si fa serio. «Trovo inaccettabile che si attacchino la Polizia e le sue auto, chiunque lo faccia. Condanno questi episodi avvenuti in modo gratuito contro chi svolge il proprio lavoro, e lo faccio sempre».
Cosa deve fare la Città di Lugano?«Dovrebbe occuparsi della nostra mozione, l'unica proposta seria sul tappeto. Chiede di riqualificare il Macello come Cittadella della solidarietà, nella quale ci sia un progetto condiviso, che comprenda per esempio Fra Martino, i consumatori, le ACLI eccetera, con magari contenuti culturali, ed anche gli autogestiti, nella condivisione di uno spazio che non è neppure tutto utilizzato al momento».
Gli episodi dell'altro giorno rendono più urgente trovare una soluzione?«Da quanto ho capito sono pochi scalmanati ad aver attaccato la macchina della Polizia, si tratta delle solite mele marce. Prima di tutto, non farei di tutta un'erba un fascio. Comunque si deve arrivare a una condivisione dello spazio secondo regole civili, mettendo da parte le mele marce, altrimenti viene tutto compromesso. Tocca anche agli autogestiti far pressione in modo che queste persone non ripetano certi gesti».
Galeazzi ci ha detto di aver inviato la sua interrogazione a tutti i gruppi parlamentare tranne che a voi. Se lo avesse fatto, avreste preso in considerazione l'idea di firmarla?«Noi abbiamo fatto la nostra proposta che permette di riqualificare il Macello, ora che ci pensi il Municipio: possono essere coinvolti tutti. Che gli altri facciano proposte concrete e non interrogazioni, che in fin dei conti sono delle domande. Va comunque spiegato come si intende usare lo spazio, un edificio protetto che va salvaguardato. Non vi si può fare una scuola, per esempio, come già discusso. Se c'è un progetto credo che tutte le persone di buona volontà si possano mettere al tavolo, senza progetti non è possibile. Ma le mele marce devono essere allontanate, in ogni ambito: una condizione sine qua non».
Lei, pare di capire, è contrario allo sgombero tout court.«Non dobbiamo sgomberare perché tre si sono comportati male. Allora lo facciamo anche alla Resega o allo stadio se qualcuno getta una spranga contro altri? Gli episodi sono da condannare ma senza cadere nella tentazione di fare generalizzazioni».
Nel frattempo, il partito socialista luganese ha inviato un comunicato in cui ribadisce gli stessi concetti espressi da Ghisletta. Ricordando il proprio progetto, sottolinea che «anche il CSOA, se condividerà le regole necessarie per la condivisione degli spazi con altri soggetti sociali, potrà svolgere un ruolo di animazione culturale e ricreativa in questa “cittadella” a vocazione sociale». Infine attacca il Municipio, che «non ha mai preso posizione sulla mozione PS, rendendo più difficile il lavoro della commissione del Consiglio comunale incaricata del suo esame, la quale dovrebbe comunque procedere con un po’ più di determinazione. Il PS Lugano esige che il Municipio interagisca tempestivamente con la commissione del Consiglio comunale che si occupa della mozione ex Macello e che consideri altrettanto importante per la Città trovare una risposta alle esigenze di spazio degli enti sociali impegnati sul fronte dell’esclusione nella realtà urbana di Lugano».