ticinolibero
Cronaca
07.03.16 - 11:390
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

«Il Consiglio Comunale deve poter dire la sua sul LAC»

Ghisletta, Beretta Piccoli e Cappelletti ritengono fondamentale la centralità del Legislativo e propongono tre emendamenti allo statuto dell'Ente autonomo

LUGANO - Il LAC è una struttura comunale, finanziata in gran parte dai cittadini di Lugano: partono da questo presupposto i consiglieri comunali Raoul Ghisletta, Fausto Beretta Piccoli ed Edoardo Cappelletti, che propongono «alcuni emendamenti allo statuto dell’Ente autonomo di diritto comunale per la gestione amministrativa, tecnica, infrastrutturale e di attività del nuovo centro culturale LAC». In poche parole, serve un controllo più democratico sul centro culturale. Lo scopo è di rafforzare i diritti del Consiglio Comunale in merito al funzionamento del LAC, e sono tre. Il primo chiede «che il Consiglio comunale di Lugano decida in merito alla partecipazione qualificata di nuovi soggetti pubblici e privati al LAC: lo statuto lascia infatti aperta la possibilità ad altri Comuni e persone giuridiche di assumere un ruolo importante nel finanziamento e nella gestione del LAC, e pare corretto riservare al legislativo cittadino l’ultima parola», il secondo «che al Consiglio comunale vengano trasmessi i preventivi annuali del LAC, come vengono trasmessi al Municipio» e il terzo «che la nomina dei 4 membri aggiuntivi nel Consiglio direttivo del LAC (i quali si affiancano ai 5 membri di base) sia fatta dal Consiglio comunale di Lugano: precisiamo che non ci opponiamo a che la proposta dei 4 membri venga avanzata dai membri costitutivi del Consiglio direttivo del LAC, i quali potranno proporre le persone migliori dal profilo culturale e gestionale. Non riteniamo tuttavia che un ente autonomo di diritto comunale possa funzionare secondo il metodo della cooptazione per quasi la metà dei suoi membri dirigenti, in quanto tale procedura non è democratica e trasparente». Secondo i tre, lo statuto autonomo del LAC, che verrà discusso nella prossima seduta del Consiglio Comunale, è ideale e non va stravolto. D'altro canto, per riuscire a portare avanti il progetto servirà un credito di 15,2 milioni per il triennio 2016-18, che sarà votato anche dal Legislativo. Esso deve essere centrale «sugli aspetti fondamentali riguardanti il funzionamento di un ente comunale, creato e finanziato dalla Città», si legge nel testo. «La questione non è personale o partitica», precisa infine Ghisletta «ma investe la visione della cosa pubblica e del ruolo che il legislativo deve mantenere».
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