ticinolibero
Cronaca
04.04.16 - 13:000
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40

«Non hanno capito cosa c'è in gioco. Gobbi? Saremmo contenti se il Ticino rinunciasse all'accordo...»

Dopo il Frontierday, Graziano Storari dell'Associazione Frontalieri è deluso ma non molla. «Ci restano ancora le elezioni. Purtroppo i "nemici" da combattere sono tanti»

LAVENA PONTE TRESA - Si prospettavano 5'000 partecipanti, ne sono arrivati solo circa 200: il Frontierday organizzato dall'Associazione Frontalieri è andato diversamente dal previsto. Abbiamo commentato la giornata con Graziano Storari, deluso e amareggiato, ma che non ha intenzione di mollare. Vi aspettavate più gente, un bilancio della giornata?«Chiaramente sono molto dispiaciuto e sorpreso dall'assenteismo ad una manifestazione così importante per il futuro dei lavoratori frontalieri. Immagino che la maggior parte di loro non abbiano ancora capito a che cosa stanno andando incontro. La loro inedia è veramente riprovevole, oppure non siamo stati abbastanza chiari nello spiegar loro quali saranno, a breve termine, le conseguenze per i loro stipendi e le loro famiglie. Del resto nella serata antecedente a Malnate, Vieri Ceriani ed i sindacati, lo sono stati eccome, ribadendo una tassazione italiana per tutti i frontalieri, anche se spalmata in dieci anni, ovvero quello che abbiamo sempre paventato noi. Questa manifestazione doveva essere un muro invalicabile dall'arroganza del potere, invece è stato un momentaneo cedimento dell'armatura. Questo non significa che noi non dobbiamo o possiamo fare meglio nella comunicazione e nello spiegare le conseguenze di trascurare le nostre forme di lotta». A questo punto, cosa potete fare ancora? Anche altri lavoratori italiani non solidarizzano con voi, e si aggiungono ai ticinesi...«Non mi pare affatto che il Ticino sia solidale con i frontalieri. Ci proveremo ancora sperando in una maggiore adesione e coesione da parte di tutti. Dobbiamo stringere contatti con le Amministrazioni locali e reperire punti di incontro per eventuali assemblee, creare quindi capillarmente una base dalla quale avere risposte precise e puntuali. Come si è potuto constatare, abbiamo troppi nemici da combattere, gli "avversari", hanno organizzato la sera prima e altri il giorno stesso, altre manifestazioni, giusto per evitare che la nostra manifestazione divenisse il centro dell'attenzione, nella data preposta. Ora è tempo di ricominciare a guardare al futuro e dimenticarci di questo passo falso. Abbiamo ancora un'arma in pugno, quella delle prossime elezioni e noi ricorderemo molto bene, chi sono gli amici e chi sono i nemici da evitare. Chi vorrà il voto dei frontalieri, dovrà prima e non dopo, portarci risultati tangibili».Possibile che ci sia stata un po' di paura a partecipare?«Probabilmente un filo di paura ha serpeggiato nelle menti dei lavoratori assenti, anche se ritengo improbabile delle ritorsioni da parte delle aziende, ove sono occupati. La nostra lotta è contro il governo italiano e non contro la Svizzera».Cosa pensa delle dichiarazioni di Norman Gobbi? L'accordo non piace neppure a lui e al Ticino in generale.«Credo non ci sia molto da dire, pare che il contentino lo vogliano accettare, ma considerandolo come forma di aiuto e non per placare le loro rimostranze. Noi saremmo ben lieti che il Ticino rinunciasse all'accordo, in quanto verrebbe a bloccarsi tutto l'iter che porterà all'approvazione del trattato nel parlamento italiano. Mi pare che questo oppure la caduta del governo in Italia siano i sogni proibiti di tutti i lavoratori frontalieri... ».
Tags
TOP News
© 2024 , All rights reserved

Stai guardando la versione del sito mobile su un computer fisso.
Per una migliore esperienza ti consigliamo di passare alla versione ottimizzata per desktop.

Vai alla versione Desktop
rimani sulla versione mobile