Cronaca
06.04.16 - 12:210
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Il PPD torna alla carica. «Fate un audit esterno. O si vuole proteggere qualcuno?»
Il Cantone ha aperto un'inchiesta sulle condizioni di lavoro al centro culturale. «Mal si spiega perché l'Esecutivo e Pintus non si chinano sul problema: lo facciano ora»
CHIASSO - Il PPD di Chiasso torna all'attacco e chiede di nuovo un audit esterno sulle condizioni di lavoro al centro culturale, chiedendosi se dietro al rifiuto dell'Esecutivo non ci sia la volontà di proteggere qualcuno.
Dopo la notizia, riportata anche dal nostro portale, che l'Ufficio dell'ispettorato del lavoro intende chinarsi sulla questione, la sezione del partito ha diffuso un comunicato (a firma del presidente Mauro Mapelli e del vicepresidente Giorgio Fonio), riassumendo i fatti. «Nelle scorse settimane alcuni nostri Consiglieri Comunali avevano presentato un’interrogazione documentata in merito alle condizioni di lavoro dei dipendenti del Centro Culturale Chiasso, in particolare al Max Museo e allo Spazio Officina. Il Municipio in pochi giorni aveva liquidato l’atto consiliare cassandolo unicamente come mossa pre elettorale e denunciando arbitrariamente un nostro aderente di aver volutamente divulgato il materiale (un verbale interno dell’assembla dei dipendenti) a poche settimane dalle elezioni nonostante questo gli fosse stato consegnato mesi prima Non solo», prosegue la nota, «l’Esecutivo in spregio alla realtà dei fatti aveva dichiarato che nessun dipendente si era mai rivolto a "sindacati o altri enti" per denunciare il malessere delle condizioni lavorative».
Oggi si è saputo che, dopo una segnalazione partita dall'interno del comune, il Cantone ha avviato un'inchiesta e il PPD chiassese chiede dunque «al Municipio di effettuare il più rapidamente possibile un audit esterno».
Non si risparmia un ennesimo attacco a Patrizia Pintus. «Mal si comprende la volontà dell’esecutivo e della Capo dicastero di non volersi chinare approfonditamente davanti ad accuse e segnalazioni puntuali, documentate e precise». A meno che, si insinua, ci sia dietro altro: «non vorremmo che vi sia l’intenzione velata di proteggere qualcuno sacrificando l’interesse di un’intera collettività».