ticinolibero
Cronaca
16.04.16 - 12:460
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40

Applicazione del 9 febbraio, tutto rinviato. Ma il bottom up piace più dell'idea del Consiglio Federale

Prevale la volontà di non accelerare i tempi, e di ascoltare la proposta d Ambühl, su cui apre spiragli il PLR. L'UDC invece si oppone e vuole l'applicazione alla lettera, coi contingenti

BERNA - Piccoli passi. Avanza lentamente la discussione su come applicare quanto votato dal popolo il 9 febbraio, tanto che il dossier, con ogni probabilità, verrà affrontato solo in Consiglio Nazionale solo in autunno, e non a giugno. Ieri, Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale ha deciso di approfondire ulteriormente la questione, e si è detta interessata al modello ticinese. Il progetto del Consiglio Federale non piace, e qualcuno aveva proposto di chiedere all'Esecutivo di presentare qualcos'altro, compatibile coi bilaterali, ma è stata respinta. Fra le proposte, sono passate solo una di Marco Romano, che chiede di analizzare se la clausola di salvaguardia regionale può essere applicata su scala nazionale, e una del PLR. I liberali sono un grande alleato del modello bottom up, il cosiddetto modello ticinese, con le misure da applicare nel ramo più basso possibile: desiderano infatti una «preferenza indigena limitata secondo i gruppi professionali, i settori e le regioni, in modo da coniugare la volontà popolare e la libera circolazione delle persone». Ambühl, che lo ha redatto, sarà ascoltato dalla Commissione, e spiegherà anche quanto sta facendo per renderlo applicabile a livello svizzero. I tempi si allungano, ma l'importante sarà riuscire a presentare in tempo utile qualcosa a Bruxelles. Anche il presidente della Commissione Heinz Brand ha specificato che non c'è fretta, anche perché un eventuale referendum contro la legge potrebbe portare al voto a maggio e tenendo conto del fatto che il voto inglese sulla Brexit potrebbe avere conseguenze. L'UDC, però, partito di Brand, non è entusiasta, e insiste sulla necessità di applicare fedelmente l'articolo costituzionale, ovvero boccia «una vaga clausola di salvaguardia la cui efficacia è impossibile prevedere o una preferenza nazionale temporanea senza altre misure»: la misura sono e restano i contingenti. Come detto, il PLR apre al modello ticinese, e i Verdi Liberali si schierano contro l'UDC, preferendo una continuità con i bilaterali piuttosto che l'applicazione tout court di quanto votato. Ad ogni modo, l'immigrazione sta diminuendo, 10mila unità in meno rispetto nel 2015 rispetto al 2014, e le previsioni parlano di un ulteriore calo di 20mila persone per quest'anno. Insomma, sale la preoccupazione per i profughi, ma l'oggetto del 9 febbraio diviene una minaccia meno lontana, segno che le necessità della società si evolvono talvolta più in fretta dei temi della politica, lunghi se sul tavolo ci sono situazioni complesse come quella dell'applicazione del 9 febbraio.
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