Cronaca
18.04.16 - 10:000
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Omicidio Falconi, il mistero della spranga
Secondo Pasquale Ignorato, l'arma del delitto apparteneva in realtà alla vittima. Falconi sarebbe stato colpito forse anche con un coltello E il ruolo del figlio Mirko è da chiarire
CHIASSO - Con Pasquale Ignorato e suo figlio Mirko in carcere, proseguono le indagini per capire che cosa è successo realmente la sera in cui è stato ucciso Angelo Falconi.
La tesi difensiva di Pasquale Ignorato traballa: fondamentali sono infatti le affermazioni che l'incontro con la vittima sia stato causale, e che l'arma del delitto, una spranga, sia in realtà appartenuta a Falconi.
Ignorato, difeso dall'avvocato Marco Bertoli, sostiene che la spranga si trovasse sull'auto di Falconi, e che lui l'abbia usato per colpire il 73enne dopo avergliela strappata di mano. Per contro, la famiglia Falconi, costituitisi accusatore privato tramite l’avvocato Stefano Ferrari, nega la versione.
Sul corpo dell'uomo ucciso vi erano segni di un brutale accanimento, per cui appare improbabile che l'unica arma usata sia stata quella: si ipotizza l'esistenza di un coltello, poi fatto sparire durante i giorni di latitanza di padre e figlio.
Il figlio Mirko, difeso dall’avvocato Elio Brunetti, sostiene di essere stato solo spettatore dell'accaduto e di essere fuggito, ma anche questo dato è tutto da verificare e potrebbe essere frutto di una versione concordata col padre durante la fuga.
La spranga è ora al vaglio degli esperti della polizia scientifica. Potrà certamente aiutare a capire quanto la tesi difensiva di Pasquale Ignorato sia verosimile, mentre si nutrono dubbi anche sull'incontro casuale, dato che fra le parti vi erano importanti ruggini a seguito di mancati pagamenti sia nell'appartamento che occupavano sia per l'attività commerciale della famiglia: gli stabili appartenevano alla moglie di Falconi, ed era partito lo sfratto.