Cronaca
13.05.16 - 10:290
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40
Casellario, ancora tu. Cambiare la misura fra un anno basterà a Roma e Berna?
La richiesta del casellario giudiziale è sempre il nodo per la firma dell'accordo fiscale con l'Italia: il Ticino si è impegnato a trovare una soluzione alternativa in un anno. Maroni non commenta, a Berna neppure
BELLINZONA/BERNA/MLANO - Il Ticino ha prolungato di un anno la misura che permette di richiedere sistematicamente il casellario giudiziale per rinnovare o concedere permessi B e G. Che ripercussioni può avere la decisione sulla firma dell'accordo fiscale fra Italia e Svizzera?
Per la Penisola, il casellario è sempre stato un ostacolo. Tempi addietro, Roberto Maroni aveva addirittura consigliato ai frontalieri di scioperare per un mese. Ora il governatore della Regione Lombardia non commenta.
Stessa reazione da parte di Berna. Il Consiglio di Stato ha inviato una lettera informativa a Ueli Maurer. La Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali ha semplicemente detto di aver preso atto della scelta e di star lavorando per rispettare i termini della firma, previsti per quest'estate.
In ogni caso, al termine dell'anno, il Governo ticinese dovrà impegnarsi a trovare misure con lo stesso fine ma che siano maggiormente compatibili col diritto internazionale. E questa soluzione andrà trovata dal Dipartimento delle Istituzioni. I cinque ministri ritengono comunque di aver teso una mano verso chi voleva abolire la richiesta del casellario. A Berna lo recepiranno? Il Consigliere agli Stati Fabio Abate ha lodato il fatto che sia stato il Consiglio di Stato in corpore e non solo il DI di Norman Gobbi (nella foto) a prendere in mano il dossier, ma non si sbilancia su quelle che potrebbero essere le reazioni italiane, oltre al no comment di Maroni.
Il Ticino, con Maurizio Agustoni e Amanda Rueckert, aveva presentato a Berna la richiesta di estendere la misura a tutta la Svizzera. Per Abate, dunque, in questo anno bisognerà lavorare per trovare un modo di applicarla a livello nazionale, senza imboccare vie solitarie. Ad ogni modo, Agustoni si è detto soddisfatto del fatto che sia stato riconosciuto che in Ticino esiste un problema di sicurezza e che la richiesta del casellario è un modo per prevenire e impedire a persone con precedenti penali di venire a lavorare o vivere in Svizzera. «A me sembra che il governo abbia tenuto conto dei due interessi: quello del Ticino a verificare i precedenti penali di chi entra sul territorio e quello della Confederazione ad avere rapporti distesi con l’Italia. La prospettiva di abbandonare questa misura, infatti, è data», ha concluso il rappresentante del PPD.
All'Italia e a Berna il fatto di aver stabilito una data in cui far cessare la misura basterà?