Cronaca
22.09.16 - 10:000
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40
Cattaneo, «Rösti, conosci la civica? La partita sul 9 febbraio si gioca solo a Berna, e su "Prima i nostri"...»
Il presidente liberale se la prende col presidente nazionale dell'UDC. «Con l'iniziativa, il suo partito vuole aumentare il proprio peso elettorale. Facile dispensare promesse che non verranno mantenute»
BELLINZONA - Le ultime fasi di campagna elettorale in vista del voto su "Prima i nostri" sono incandescenti. È UDC contro tutti, un po' come accade a livello federale. Questa mattina è
Rocco Cattaneo, presidente del PLR, ad aprire le ostilità, attaccando il presidente democentrista
Albert Rösti in un articolo sul Corriere del Ticino.
Cattaneo parte dall'ovvietà dello slogan (significativo, in tal senso, un intervento del liberale Sinue Bernasconi, che spiega come certi termini siano usati con lo scopo di essere ripetuti all'infinito e di distrarre gli avversari politici, prosciugando le loro energie), per poi accusare l'UDC di utilizzarlo per aumentare il proprio peso elettorale, "siccome non riesce a farlo sul piano elettorale lo vuol fare con le votazioni popolari, con proclami e slogan accattivanti. Facile dispensare promesse ben sapendo che non potranno essere mantenute. Perché la colpa, se quelle promesse svaniranno come fumo rivelandosi inattuabili, sarà ancora degli altri, dei sabotatori, dei traditori della volontà popolare. Questa è la logica politica dell’UDC (e della Lega)».
Piuttosto che impegnarsi per conciliare voto del 9 febbraio e volontà del popolo, espressa più volte, di mantenere i bilaterali, «meglio smarcarsi e seguire la strada della demagogia, cavalcando le (giustissime, e sono il primo a dirlo) preoccupazioni della gente».
Albert Rösti aveva lodato i ticinesi del suo partito per l'iniziativa, ma Cattaneo lo smonta: «dovrebbe sapere che l’applicazione dei principi del 9 febbraio si gioca a Berna e solo a Berna, e che il voto del Ticino potrà essere semmai un vago "segnale politico" all’indirizzo del Parlamento ma non cambierà la realtà di una virgola. Rösti dovrebbe sapere anche che nel caso in cui le modifiche costituzionali previste da "Prima i nostri" venissero approvate domenica prossima dovranno passare al vaglio delle Camere federali».
E se le soluzioni scaturite dai dibattiti a Berna non sono secondo Rösti conformi a quanto votato il 9 febbraio, per il presidente liberale non deve lamentarsi. «Mi chiedo se il presidente dell’UDC e consigliere nazionale abbia o meno assimilato le nozioni basilari di civica. Dove sono i deputati dell’UDC, che rappresentano il 30% del Consiglio nazionale? È vero che le trattative per creare consenso attorno a una soluzione applicabile (che non può prescindere da un confronto con l’UE, se vogliamo rimanere nell’ambito dei bilaterali) sono difficili. Ma per superare le difficoltà servono lavoro serio e impegno. Gli slogan servono solo a creare confusione, illusioni e cattivo sangue».
Infine, un'esortazione.«Non raccontarci più storielle e bugie caro Rösti».