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Cronaca
02.11.16 - 18:260
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40

Abate e Lombardi, c'è posta per voi. «Fate gli interessi del Ticino, al di là dei vostri partiti»

Chiesa e Marchesi scrivono ai due Consiglieri agli Stati, chiedendo di «assecondare la volontà del nostro Cantone. La soluzione ideale? Quella proposta dall'UDC Föhn»

MONTEGGIO - Nei prossimi giorni, il tema dell'applicazione del voto del 9 febbraio 2013 tornerà d'attualità, quando il dossier verrà discusso dal Consiglio degli Stati. Dopo la soluzione di compromesso ritenuta deludente da molti partiti politici, il Consigliere Nazionale UDC Marco Chiesa e il presidente democentrista Piero Marchesi hanno preso carta e penna e si sono rivolti ai due rappresentanti ticinesi agli Stati, Filippo Lombardi e Fabio Abate. Scopo della missiva? Mostrare che il Ticino, spesso, sul tema della libera circolazione e dell'apertura all'UE è stato in controtendenza rispetto al resto della Svizzera, e chiedere di seguire, superando le visioni partitiche, l'idea cantonale. La lettera comincia infatti con un lungo elenco di votazioni in cui il Ticino ha votato diversamente dal risultato nazionale (nel 2001, col pacchetto Bilaterali I, nel 2005 contro l'estensione della libera circolazione alle persone provenienti dai dieci nuovi Stati membri dell'UE e alla revisione delle misure di accompagnamento, nel 2009 contro il rinnovo dell'accordo sulla libera circolazione delle persone dopo il 2009 e la sua estensione a Bulgaria e Romania), sino alle più recenti. «Più ravvicinate nel tempo sono le due iniziative popolari promosse dall'UDC Svizzera e dall'UDC Ticino volte a modificare le rispettive Costituzioni. Il testo federale contro l'immigrazione di massa, che prevedeva l’introduzione del nuovo articolo 121a, è stato plebiscitato con il 68,2% dei consensi in Ticino mentre l'iniziativa popolare costituzionale cantonale “Prima i nostri”, nata sulla scia del voto federale, ha registrato un risultato positivo del 58%, malgrado la presenza di un insidioso controprogetto. Le votazioni popolari citate evidenziano inconfutabilmente come il nostro Cantone sia da sempre decisamente contrario all’accordo che prevede la libera circolazione delle persone. La stragrande maggioranza delle ticinesi e dei ticinesi ha la ferma volontà di ritornare a quello che era il sistema in vigore prima della sottoscrizione dei Bilaterali I, ossia al sistema basato sui contingenti, i tetti massimi e la preferenza indigena». Per l'UDC è chiaro come debbano comportarsi Lombardi e Abate. «L’UDC ritiene che i rappresentanti del Canton Ticino alle Camere federali, impegnati nelle prossime settimane nell’applicazione del voto popolare del 9 febbraio 2014, possano e debbano portare la vera voce del nostro Cantone nelle Istituzioni svizzere, siano esse Commissioni o Camere federali. La pessima sceneggiata che ha avuto luogo al Consiglio nazionale nel mese di settembre, dove si è approvata un’applicazione anticostituzionale dell’articolo 121a, non deve ripetersi al Consiglio degli Stati, la Camera che rappresenta i Cantoni. In particolare chiediamo ai rappresenti eletti dal Canton Ticino, Filippo Lombardi e Fabio Abate, di sostenere compiutamente la volontà e gli auspici del nostro Cantone. Vi domandiamo quindi di promuovere un’applicazione conforme alla Costituzione federale che comprenda i contingenti, i tetti massimi e la preferenza indigena sistematica in favore degli svizzeri sul mercato del lavoro, così come democraticamente voluto dalla netta maggioranza dei ticinesi. In concreto ciò che è proposto dal Consigliere agli Stati UDC Peter Föhn». «Possiamo comprendere il vostro imbarazzo che vi costringe a destreggiarvi tra le indicazioni dei vostri rispettivi partiti, da sempre favorevoli alla libera circolazione delle persone, e la volontà del Canton Ticino, ma riteniamo che non sia più tempo di nascondersi dietro l’appartenenza partitica. Questo è il momento di assecondare la volontà del nostro Cantone e di schierarsi senza se e senza ma dalla parte del Ticino. Di quel Ticino che ha sempre coerentemente inviato un messaggio chiaro alle proprie autorità politiche: no alla libera circolazione delle Persone, sì all’articolo costituzione federale contro l’immigrazione di massa e sì all’articolo costituzionale cantonale “Prima i nostri”», prosegue il testo.
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