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Cronaca
09.11.16 - 17:530
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40

I Comunisti vogliono la riscossa, Bignasca e Marchesi esultano, qualcuno... torna al Ticino

Il web pullula di reazioni, fra cui quelle di numerosi politici, all'elezione di Trump. A sinistra si riflette sui cambiamenti da apportare, alcuni scherzano, pochi festeggiano

BELLINZONA - I politici ticinesi commentano l'elezione di Donald Trump quale presidente degli Stati Uniti. Il sentimento prevalente? Come in tutto il mondo, incredulità e preoccupazione, mentre la destra esulta e qualcuno sfrutta il momento per chiedere adesioni... Ironica la presidente dei liberali luganesi Giovanna Viscardi. «Quando scegli il Trumpolino sbagliato e ti tuffi in una piscina vuota... tempi duri!».Michela Delcò Petralli, Coordinatrice dei Verdi, cerca di vedere oltre l'elezione del miliardario 70enne, e si chiede se «l'estremismo del nuovo Presidente americano darà forse avvio a una nuova era? La parte migliore dell'America riscoprirà la forza di un movimento d'opposizione come ai tempi della lotta per i diritti civili e della guerra in Vietnam? Io lo spero e spero anche che l'ondata di presa di coscienza democratica e ambientalista si propaghi all'Europa. Speriamo che la reazione non tardi troppo». Qualcosa di simile si domanda il comunista Samuel Iembo. «Chissà se ora che, pur di non eleggere una pazza-finta sinistroide gli americani eleggono Trump (e giustamente, dico io), la sinistra inizierà a fare analisi e lavorare». Un sicuro assist al suo partito, il PC, che infatti rilancia. «È ora! Iscrivetevi al Partito Comunista! Questa giornata delle Presidenziali negli USA segna la bancarotta definitiva della sinistra liberale e imborghesita: questa "sinistra di destra", che per almeno 20 anni ha creduto di poter cestinare i nostri ideali, bollandoli come "vecchi e novecenteschi". Oggi possiamo vedere a quali risultati ci hanno condotto le loro grandi intuizioni. Diamo forza al Partito Comunista, ricostruiamo e riprendiamoci la sinistra: soltanto una sinistra forte e con le idee in chiaro può invertire la rotta! È ora!» Una riflessione sul futuro e sul ruolo della classe operaia viene anche da Matteo Pronzini di MPS. «Arriverà la fine del mondo con Trump? Di sicuro questo capitalista non porterà nulla di buono per i salariati americani e delle altre nazioni. Da parte mia ho però fiducia della classe operaia ( nei salariati, in chi vive del proprio lavoro) americana. Sono sicuro che prima o dopo sapra assumere il suo ruolo emancipatore della società!» Attendista Germano Mattei di Montagna Viva. «Gli USA hanno scelto il loro Presidente. Sorpresa? Anche un "basta" alle grandi famiglie. Il futuro ci dirà, inutile al momento far commenti». Per Oreste Pejman, dell'UDC, «che piaccia o meno, oggi è un giorno storico!".Boris Bignasca, con un lungo commento, mostra di essere felice. «La vittoria della classe media contro l'establishment e contro la globalizzazione! Nella vita tutto è possibile. È possibile che Davide sconfigga Golia, che il popolo sconfigga l'establishment, che gli sfavoriti battano gli ultra favoriti della vigilia. Ancora una volta, dopo la Brexit, il popolo ha battuto l'establishment. Il 2016 è l'anno della vittoria della gente contro i falsi buonisti, i moralisti, i sondaggisti e i media mainstream. Sconfitti i Clinton, i grandi finanzieri come Soros, le lobby di Wall street e le dittature arabe che li hanno finanziati. Vince il popolo, l'America profonda. La classe media che a causa della globalizzazione selvaggia ha perso il lavoro, la casa e il futuro. Vincono gli americani umiliati dalla globalizzazione senza controllo e che ora ripongono le loro speranze in Trump, con i suoi pregi e suoi difetti». Esulta anche Massimiliano Robbiani, con un semplice «ha vinto la democrazia... Forza Presidente». «In politica tutto è possibile, questo è il bello! Gli ambienti economici, le lobby, i poteri forti e le caste americane sonoramente sconfitte dall'uragano Trump», scrive gongolante il presidente dell'UDC Piero Marchesi. La più preoccupata è probabilmente la socialista Lisa Bosia Mirra, che rimprovera chi già rimpiange Obama, sostenendo che piuttosto si deve provare nostalgia di persone come Pertini. «La peggiore presidenza Democratica consegna la più grande potenza militare nelle mani di un folle misogino, populista, demagogo, razzista senza un programma politico. Dopo l'attore, due generazioni di guerrafondai, l'inconsistenza di Obama, cosa dobbiamo aspettarci? Muoia Sansone con tutti i filistei. Le elezioni USA? Le ha vinte l'FBI. Che rabbia". Per tutto il giorno, ha sottolineato il crollo delle borse. Non tutti a destra sono comunque soddisfatti, Amanda Rueckert per esempio ha postato «il mondo ha certamente conosciuto risvegli migliori». E qualcuno fa notare che, in ogni caso, i problemi del Ticino rimangono. Si tratta della socialista, già candidata al Consiglio Nazionale, Mixaris Perez Concepcion. «In ogni caso cari/e concittadini/e concentriamoci, perché il nostro nemico non è Trump. Torniamo a casa nostra e non perdiamo di vista la nostra vicina realtà». E sui sondaggi? «Je me suis Trumpé», si scherza. Ma qualcuno, in effetti, aveva predetto tutto: i Simpson. Dunque, Simpson-sondaggisti 1-0, per il resto si vedrà.
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