ticinolibero
Cronaca
11.11.16 - 15:000
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

La Lega luganese sostiene il referendum. «Diamo un segnale chiaro al Governo»

Boris Bignasca, che pare sia stato uno dei sostenitori del lancio della raccolta firme, invia un comunicato a nome del gruppo luganese, «il villaggio gallico sulle rive del Ceresio» di Zali

LUGANO - Lugano, chiamato da Zali, durante la discussione in Gran Consiglio dell'altro giorno, quel «villaggio gallico sulle rive del Ceresio», e la sua sezione della Lega, non si rassegnano e sosterranno il referendum contro la tassa sui rifiuti. Un referendum voluto sicuramente da Attilio Bignasca, spalleggiato dal nipote Boris, ma, si vocifera, senza l'accordo del gruppo parlamentare. Che cosa ne pensino i Colonnelli non è ancora sicuro, i rumors dicono che a favore del lancio della raccolta firme ci fossero Sabrina Aldi e Gianmaria Frapolli. Ma perché tanta spaccatura? La tassa è stata sostenuta da Claudio Zali, e un referendum rischierebbe di creare uno scontro fra il Consigliere di Stato e il suo partito, soprattutto la sezione luganese. Se Attilio Bignasca fa notare che non sarà di certo la presenza di Zali al Dipartimento del Territorio a far cambiare la ventennale strategia del Movimento sui rifiuti, ci si chiede un'eventuale battaglia che strascichi lascerà, tenuto conto che anche le misure anti smog del ministro non erano piaciute (poi ritirate). Ad ogni modo, Boris Bignasca insiste contro la tassa, e ha firmato un comunicato inviato a nome della sezione di Lugano della Lega. «L’introduzione della tassa sul sacco cantonale, imposta negli scorsi giorni dal governo e dal parlamento di Bellinzona a tutto il territorio cantonale, è l’ennesima ingerenza prepotente ai danni delle autonomie comunali», si legge. «Pur comprendendo i principi finanziari e di legalità alla base della scelta, il gruppo della Lega di Lugano si oppone ad una nuova tassa per un servizio che i cittadini già pagano con le imposte e che rappresenterebbe un ulteriore aggravio netto di circa 9 milioni. Un aggravio di circa 200 franchi per ogni economia domestica che il Municipio, a quanto sembra al momento, non intende compensare con una corrispettiva diminuzione del moltiplicatore». «In generale, durante questi ultimi anni, i cittadini di questo Cantone si sono visti aumentare la pressione fiscale in maniera eccessiva ed è ora di dare un segnale chiaro al Governo cantonale contro questa deriva che impoverisce il ceto medio ticinese, già molto colpito dalla crisi economica. Per queste ragioni - tenuto conto del già alto livello di sensibilità ambientale della stragrande maggioranza dei cittadini di Lugano che volontariamente e senza imposizioni già oggi gestiscono i rifiuti in maniera intelligente - il gruppo della LEGA di Lugano appoggerà il referendum contro questa nuova tassa", prosegue il comunicato, firmato dal capogruppo del «Villaggio gallico sulle rive del Ceresio». Le stesse parole, insomma, usate da Zali. Una dichiarazione di guerra oppure solo un modo forte di dire? Il clima in casa Lega non pare essere dei migliori.
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