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Cronaca
08.03.17 - 15:300
Aggiornamento: 04.04.21 - 18:13

"Per praticare il suicidio assistito non serve un permesso, non l'ho mai rilasciato". Merlani smentisce Scherrer

Isabelle Scherrer dapprima aveva detto che la sua professione non è riconosciuta in ambito sanitario, poi ha parlato di un permesso. Il medico cantonale: "per me è impossibile emettere autorizzazioni in merito"

CHIASSO - Isabelle Scherrer ha confermato di aver praticato 7-8 suicidi assistiti a Chiasso, e di avere una lunga lista d'attesa, una trentina di persone. Ha mostrato a chi l'ha incontrata del Corriere del Ticino con trasparenza tutto della sua attività, ma è evidentemente incappata in un errore. Ha sottolineato come l'attività non è compresa fra quelle dell'ambito sanitario, e che la non è una professione riconosciuta. Chi la pratica viene chiamata "accompagnatrice", e la formazione consiste in un corso della durata di un anno che si svolge tramite l'associazione nazionale Exit, e che si deve poi superare una perizia psichiatrica a Basilea, oltre ad avere una predisposizione per il compito. Poi però ha detto di avere in mano l'autorizzazione del Medico cantonale per operare nella sua Carpe Diem, e di essere ferma solo in attesa del permesso di costruzione. Contraddicendo, di fatto, quanto affermato prima: se la professione non è riconosciuta in ambito sanitario, non serve un permesso. E infatti il medico cantonale, Giorgio Merlani, ha diffuso una nota che smentisce il rilascio di un permesso, comunque non necessario. “Ho preso atto dell’intervista concessa dalla signora Isabelle Scherrer in merito alla sua attività di suicidio assistito a Chiasso per il tramite dell’Associazione Carpe Diem, che riporta un presunto “permesso del medico cantonale”. Smentisco nel modo più assoluto quanto affermato dalla signora Scherrer in merito a tale informazione: l’accompagnamento alla morte assistita non è un’attività in ambito sanitario e quindi non sottostà ad alcuna autorizzazione da parte né del Medico cantonale né del Dipartimento della sanità e della socialità. Ribadisco quindi che quanto affermato è falso: per il sottoscritto è impossibile avere emesso o emettere autorizzazioni formali o speciali”.

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