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Cronaca
05.05.17 - 13:300
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40

Italiano, è allarme rosso. Il Forum è preoccupato, "vogliamo la stessa tutela garantita a tedesco e francese"

Dopo le decisioni del Gran Consiglio di Turgovia e del Tribunale federale di Losanna si teme "la scomparsa dell'italiano dalle scuole dell'obbligo. Pronti a intervenire a Berna per chiedere l'insegnamento della terza lingua"

BELLINZONA – L’italiano nelle scuole è a rischio? È un tema di cui si dibatte da tempo, facendo spesso notare come la lingua di Dante sia in un certo qual modo discriminata rispetto alle altre nazionali (in effetti, quante volte conoscere l’italiano non è una caratteristica richiesta o addirittura presa in considerazione nei concorsi per i lavori, mentre il tedesco e anche l’inglese risultano richieste sine qua non?), ma adesso le recenti decisioni del Gran Consiglio del Canton Turgovia e del Tribunale federale di Losanna, è più che mai attuale.

I rappresentanti del Forum per l’italiano in Svizzera sono preoccupati, e lo fanno capire in una nota firmata dal Ministro e presidente Manuele Bertoli e dal coordinatore Diego Erba. “Il Forum denuncia il rischio concreto che la contrapposizione in atto tra la Svizzera francese e la Svizzera tedesca in materia d’insegnamento delle lingue abbia come conseguenza di assicurare, sì, l’insegnamento della seconda lingua nazionale, ma anche di decretare la scomparsa dell’italiano dalle scuole dell’obbligo delle altre regioni linguistiche. Se la volontà dell’autorità federale e delle competenti autorità cantonali è di tutelare la lingua francese nella Svizzera tedesca e il tedesco nella Svizzera francese, analoga tutela deve essere riconosciuta all’italiano e alla sua cultura”, si legge.

Le decisioni prese “sono motivo di preoccupazione poiché di ostacolo alla comprensione fra le regioni linguistiche e di scarso rispetto per le minoranze linguistiche della Confederazione”, e l’augurio del Forum è duplice: “confida nel buon senso della popolazione grigionese che, una volta  concluso l’iter procedurale relativo all’iniziativa cantonale, saprà riconfermare, con il chiaro sostegno all’italiano e al romancio, la propria identità multiculturale ed evitare inopportune forme di discriminazione fra gli allievi grigionesi” e “si augura che anche i cittadini del Canton Turgovia, se chiamati a pronunciarsi su un probabile referendum, possano preferire con il loro voto le soluzioni previste dal Concordato Harmos”.

Se così non fosse, “si farà promotore, se ciò non avvenisse, di  una richiesta presso il Consiglio Federale, dove solleciterà  Berna ad intervenire  con determinazione per rafforzare gli obblighi che derivano dalla Costituzione e dalle normative di legge, come ad esempio dalla Legge sulle lingue. In particolare si  chiederà all’autorità federale che nella scuola dell’obbligo sia garantito anche l’insegnamento di una terza lingua nazionale”.

Il plurilinguismo svizzero appare più che mai a rischio. Se già l’avanzata dell’inglese, ormai divenuto lingua mondiale, aveva rappresentato il primo elemento di modifica, poi erano arrivati altri idiomi quasi indispensabili per professionisti all’estero, come il russo, il cinese e persino lo spagnolo. In questo bailamme di lingue, reso più complicato dal mosaico degli stranieri che conservano in parte la lingua materna, il tedesco ha in fondo fatto sempre da battistrada in Svizzera, con il francese a seguito, l’italiano che arrancava e il romancio in coda. Ora, se si cercherà, per par condicio, di salvaguardare quanto meno il francese oltre al tedesco, puntando contemporaneamente sull’inglese, per l’italiano è allarme rosso.
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