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Cronaca
03.05.24 - 11:470

Genitori in piazza contro il bullo. Il sindaco: "Non ci aiutano"

Clamorosa manifestazione in provincia di Ferrara, dove famiglie e allievi di una scuola media si sono mossi per urlare che hanno paura di un 13enne. Il ragazzo era stato sospeso alcuni giorni prima dopo un litigio con un compagno

FERRARA - "Abbiamo paura di lui". I ragazzi di una scuola media e i loro genitori, esasperati dagli atteggiamenti violenti di un compagno ritenuto bullo, hanno scelto la via della protesta. Invece di entrare in classe, si sono riuniti in piazza, a urlare il loro scontento e il loro timore. La scuola e le autorità non condividono e chiedono di non parlare di bullismo. Il giovane coinvolto è stato sospeso dopo un litigio particolarmente pesante con un compagno. 

Il ragazzo proviene da una famiglia di migranti, da anni in Italia. Ha 13 anni e frequenta la prima media in provincia di Ferrara.  Settimana scorsa ha avuto un alterco con un altro ragazzo, il quale, non si sa se accidentalmente o meno, ha sbattuto la testa. I docenti, che da tempo monitoravano il comportamento dell'adolescente, hanno chiamato il 118 e i Carabinieri. La direzione lo ha sospeso.

Ma ai genitori, evidentemente, non è bastato e hanno scelto di scendere in piazza come dimostrazione di paura e di disagio. Una decisione non condivisa dalla scuola e dalle autorità comunali.

 “Proprio in queste ore sentirò i rappresentanti di classe e ribadirò che la scuola è dispiaciuta perché l’iniziativa di lunedì non è stata concordata. Ci è stata comunicata sabato pomeriggio, senza coinvolgere gli organi collegiali. Rimprovero a mamme e papà questo atteggiamento. Se avessero dialogato avremmo trovato i luoghi per confrontarci. Così non aiutano il nostro lavoro”, ha detto il sindaco Dario Bertoldi, che era presente alla manifestazione per ascoltare e supportare le famiglie.

A riprova che la scuola stava tenendo sotto controllo la situazione, il giorno in cui è avvenuto l'episodio che ha portato alla sospensione era previsto un consiglio di classe per discutere degli atteggiamenti del 13enne. I fatti, poi, hanno accelerato l'arrivo di una sanzione disciplinare. 

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