Cronaca
26.06.17 - 14:050
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Fonio ricorda Idomeni, "in Grecia i giovani profughi sono lasciati in stato di necessità". E con tre colleghi di partito chiede aiuto al Governo per tenere uniti i Gembo
Lui, Agustoni, Beretta Piccoli e Jelmini lodano i ragazzi che si sono interessati al caso e domandano se "non ci sono misure straordinarie che permettano a tutti i componenti della famiglia di rimanere qui?"
BELLINZONA – Parecchie firme raccolte online, anche di personaggi noti, per una famiglia siriana, che rischia di trovarsi smembrata, con i due figli maggiorenni, il pilastro economico al momento, rispediti in Grecia.
A far conoscere all’opinione pubblica la storia dei Gemmo è stata la classe IV C del liceo di Lugano, ed ora anche la politica si muove. Il PPD, con Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni, Sara Beretta Piccola e Lorenzo Jelmini, ha interrogato il Governo per capire che cosa può fare per questa famiglia.
Per prima cosa, i deputati hanno lodato i ragazzi, “una classe del Liceo di Lugano, la 4C, durante l’anno scolastico ha aiutato alcuni ragazzi rifugiati ospitati presso la Croce Rossa di Paradiso. In una società sempre più individualista, il gesto di questi giovani risulta estremamente sensibile e meritevole dell’attenzione della politica cantonale e non solo! Durante i loro pomeriggi in comune, sono venuti a conoscenza della famiglia Gemmo, di origine curda ma nata in Siria, di religione Yazida”.
Fonio, in particolare, conosce abbastanza bene la realtà dei campi profughi in Grecia, dove sarebbero mandati i due giovani. Lo scorso anno ha compiuto, assieme al suo attuale presidente di partito Fiorenzo Dadò, un viaggio a Idomeni, che lo colpì molto. “Conoscendo la realtà greca, avendo visitato lo scorso anno insieme a Fiorenzo Dadò alcuni campi profughi a ridosso con la Macedonia, possiamo confermare lo stato di disagio e profondo abbandono in cui sono lasciati i profughi, specialmente quelli in giovane età e non accompagnati dai genitori. Lo stato di abbandono accompagnato dall’automatismo della concessione dell’asilo giustificano misure straordinarie di accoglienza in Svizzera di questa famiglia”, scrive infatti.
Poi i quattro cercano di fare un po’ di chiarezza sul quadro giuridico della famiglia. “Ora, la situazione a causa di quanto avvenuto in Grecia complica decisamente la situazione della famiglia Gemmo. Secondo gli accordi di Dublino dovrebbero essere rimpatriati nel paese in cui sono state prese le impronte digitali. Va però pur detto che alcuni profughi che si trovano in Grecia vengono, in caso di necessità, trasferiti nelle altre nazioni europee tenendo in considerazione la situazione di forte degrado in cui sono obbligati a vivere, applicando la clausola umanitaria prevista dall’art. 17 del regolamento di Dublino.
In queste ore è stato lanciato un appello sottoscritto tra gli altri anche dal già Vescovo di Lugano, Giacomo Grampa e Chiara Simoneschi Cortesi (già presidente del Consiglio Nazionale) a seguito della decisione di prima istanza di rifiuto dell’asilo, tutt’ora sospeso durante la procedura di ricorso, salvo per i due figli appena maggiorenni che rischiano da un giorno di essere strappati dalla loro famiglia venendo trasferiti in un paese a loro sconosciuto per non dire ostile"
Giova ricordare che altri membri di questa stirpe famigliare hanno già ricevuto l’asilo in altri cantoni (in particolare nel Canton Friburgo) riconoscendo la gravità delle persecuzioni a cui sono state esposte”.
Pertanto, chiedono al Consiglio di Stato:
"1. Quali sono le competenze delle autorità cantonali riguardo la situazione di questa famiglia?
2. Esistono delle clausole di carattere straordinario che permettono un intervento delle autorità cantonali a favore della permanenza in Svizzera, rispettivamente del Canton Ticino, di tutti i membri della famiglia?
3. Il Consiglio di Stato intravede la possibilità di una misura urgente che tenga conto della situazione straordinaria di questa famiglia, in particolare dei figli da poco maggiorenne?"