ROMA – Due incontri fra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi dovrebbero valere il via libera per Marcello Foa come presidente della Rai. Proposto dal Governo ma vicino al leghista, Foa era stato bocciato dalla Commissione di vigilanza della Rai, e si era creato uno stallo.
Adesso, a distanza di un mese e mezzo circa, il CdA della Rai lo ha indicato nuovamente come possibile presidente. Cosa è cambiato rispetto ad agosto? La posizione di Forza Italia, che se lì era contraria, adesso, dopo gli incontri fra Berlusconi e Salvini, potrebbe votare per Foa, che dovrebbe raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi necessaria.
Se la ce la farà, lo si vedrà martedì, quando ci sarà la nuova votazione, dopo una sua aduzione.
Soddisfatto Matteo Salvini: “Io non temo niente Penso che Foa sia una persona che insieme ad altre potrà fare tanto per il servizio pubblico. Sono contento” della scelta del CdA e non vedo l’ora che tutti lavorino al 100 per cento. Presentiamo persone di spessore, non amici degli amici. La Rai deve tornare a correre“.
Non mancano le perplessità, però. “Foa che ad agosto non andava bene come presidente della Rai miracolosamente un mese e mezzo dopo diventerà il candidato anche di Forza Italia. Sulle nomine, infatti, si appalesa sempre la seconda maggioranza (M5S-centrodestra unito) con buona pace dei proclami di Di Maio sul fatto che loro mai con Berlusconi. Foa 2 è la vendetta di Arcore e la fine dell’innocenza dei Cinquestelle”, sottolinea il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro.
Il PD è deciso a creare un’alternativa, spiega Martina.
Contrari anche la consigliera Rai Borioni, per cui la nomina è “illegittima. Mi riservo qualsiasi azione a tutela dell’azienda stessa. La Rai non dovrebbe forzare regole e procedure consolidate per sottostare ai diktat di alcune fazioni politiche”.
Con lei sembrano essere d’accordo Federazione della Stampa (il sindacato dei giornalisti) e dall’Usigrai, il sindacato interno all’azienda di viale Mazzini, e lo dicono diramando una nota congiunta. “Il CdA della Rai ha eseguito ancora una volta gli ordini arrivati da fuori. Prima ha accettato l’illegittimo diktat governativo, poi ha piegato gli interessi aziendali lasciando l’azienda in stallo per oltre un mese e mezzo, e infine – come nel gioco dell’oca – è tornato al punto di partenza nominando la persona prescelta dal governo e ora santificata sull’altare del conflitto di interessi. Ancora una volta dopo le promesse di una Rai libera e autonoma dai partiti ci troviamo di fronte a una Rai con vertici scelti dal governo, in alleanza con il partito del conflitto di interessi”.