AIROLO – Andrà presto a processo per tentato omicidio, dove gli episodi non solo uno solo, bensì cinque, in 14 mesi. Colpi, pugni, un calcio alla testa, sino all’ultimo caso, un coltello puntato alla gola.
Ma a fianco del 30enne residente in Leventina che sarà alla sbarra, c’è la sua donna. La stessa che ha subito le violenze, che è stata costretta a non uscire da casa da lui (anche il sequestro di persona figura nei reati ipotizzato).
Da un anno e mezzo, lo fa a trovare in carcere. È al suo fianco e sogna di sposarlo.
Lo rivela in un’intervista a tio.ch, che sicuramente farà discutere. Non lo ha denunciato, ci tiene a far sapere. “Tutto è partito da una lite domestica. Quando mi hanno chiamato a testimoniare ho detto che doveva essere lui a parlare. Cosa che ha fatto, anche per dimostrarmi il suo pentimento”. Il 30enne si è scusato, dice.
E il male che le ha fatto? “Mi ha aggredita, presa a calci, ma non era in lui perché aveva delle allucinazioni. Era sotto l’effetto di stupefacenti e non si rendeva conto di quello che faceva. La cocaina? Purtroppo da un consumo è arrivato ad un abuso di stupefacenti”.
Lei è convinta del loro amore. È pronta a urlarlo ai quattro venti, “non voleva uccidermi e lo dirò anche davanti al giudice. Il giorno del processo gli stamperò un bel bacio di fronte a lui”.