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Cronaca
09.10.18 - 17:560

Il LAC è stufo. "Finzi Pasca, se vuoi andartene dillo. Ci tiene in scacco e vuole le chiavi"

"È stato un crescendo di richieste", si legge in una furibonda nota del Consiglio Direttivo dell'Ente autonomo. Che non vuole "sedersi attorno a un tavolo": "un nuovo incontro non serve"

LUGANO – Un botta e risposta interminabile. Il Consiglio Direttivo dell’ente autonomo del LAC è stufo della diatriba con Daniele Finzi Pasca, a suo dire unilaterale visto che sarebbe l’artista ad aver fatto partire tutto, con un crescendo di richieste e con dichiarazioni, anche se si era chiesto di smorzare i toni, sui media e in conferenza stampa. 

L’ultima, ieri. Dove si è capito che il regista vuole di più. È convinto che potrebbe dare delle idee importanti al LAC: come a dire, dirigerlo, dare indicazioni. Da quando è partita la querelle, ricorda infatti il ruolo di direttore a cui ha detto di no. "Siamo convinti di doverci sedere attorno a un tavolo e cambiare le regole. Se invece le cose rimangono così come sono, ci mettiamo il cuore in pace e guarderemo altrove", ha aggiunto.

E il Consiglio Direttivo è esploso, con una nota dai toni forti. “Il CD del LAC constata che l'invito a smussare i toni non è stato raccolto dal regista e, nuovamente, nel corso di una conferenza stampa dedicata alla presentazione di uno spettacolo, si è colta l'occasione per riavviare con toni polemici quello che i media percepiscono come uno scontro, ma che in realtà è un attacco unilaterale da parte sua nei confronti del LAC”, si legge. 

Nemmeno la presenza di Borradori e Badaracco, che parevano disposti a venire incontro in qualche modo a Finzi Pasca, ieri tra il pubblico è servita a qualcosa. “Il CD del LAC non può accettare questa situazione che mette sotto accusa il buon funzionamento del centro culturale, le persone che attualmente lo dirigono con capacità e professionalità, e tenta di indebolirlo nelle sue fondamenta. Finora il LAC ha dovuto sempre rispondere alle uscite sulla stampa di Daniele Finzi Pasca. In realtà in gioco non vi sono due contendenti, ognuno con le sue ragioni, ma da una parte chi attacca continuamente il centro culturale, Daniele Finzi Pasca, e dall'altra il LAC che cerca di spiegare il suo complesso funzionamento di fronte a critiche basate sostanzialmente su una lacunosa conoscenza della situazione”, continua la nota.

Che spiega come il Municipio ha incontrato le due parti, “sottolineando l'impossibilità di concretizzare quanto da lui formulato per questioni organizzative, logistiche e finanziarie. Ora vi è la richiesta di un nuovo incontro senza l'enunciazione di un modello concreto di “cambiamento delle regole” (utilizzando una perifrasi di Daniele Finzi Pasca). Senza questa premessa il CD del LAC ritiene che a questo stadio un nuovo incontro non serva. Sulla base di considerazioni meno generiche il CD del LAC sentirà volentieri la Compagnia per un confronto sul tema”.

Insomma, quel che è stato detto è sufficiente. "Disturba l'atteggiamento di Daniele Finzi Pasca che minaccia il LAC e la Città di Lugano di abbandonarli se non sarà dato seguito alle sue richieste. Così facendo tiene in scacco l'esecutivo luganese e continua ad esercitare pressioni sull'opinione pubblica. Tale modo di procedere è inaccettabile da parte di un professionista come lui, ancora più quando egli sa perfettamente che è legato a Lugano fino al 2020 da un preciso mandato di prestazione per il quale percepisce 625'000 franchi all'anno (assieme a Cantone e Pro Helvetia) e altri 500'000 franchi all'anno in prestazioni indirette da parte del LAC. Se la Compagnia non intende onorare gli accordi presi lo dica subito”. Quindi, se se ne vuole andare nonostante tutto, che lo faccia sapere.

“All’inizio si parlava di uffici di rappresentanza, poi di spazi prove, solo ora si afferma che si vuole “la chiave” del LAC. Un crescendo di richieste che lascia attoniti e getta supplementare discussione nella discussione. L'impressione finale è che la Compagnia abbia già deciso di allontanarsi da Lugano ma, con il lancio di tali polemiche, voglia farne ricadere la colpa sul LAC e sulla sua Direzione. A questo gioco il CD del LAC non ci sta, a tutela del centro culturale e dei successi raggiunti in questi anni! Ci distanziamo da tale modo di confrontarsi, lontano nei modi e nei toni da quello di una istituzione culturale seria e responsabile, conscia del mandato pubblico affidatole”, termina il comunicato.

Lo strappo ormai pare sempre più difficilmente ricucibile…

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