LUGANO – Dopo qualche tempo di silenzio, senza risposte nonostante un nostro sollecito, i molinari si rifanno vivi. E lo fanno con il loro programma, mostrando, rivolgendosi ovviamente alla Città di Lugano che vuole ristrutturare l’ex Macello senza di loro.
“Ventidue anni. Qua siamo e da qua non ce ne andiamo! Nonostante i continui attacchi, le costruzioni e le menzogne, l’autogestione dal basso, popolare aperta a tutte e tutti, continua. Perché uno spazio di libertà dove sperimentare, costruire, resistere, solidarizzare, sognare, condividere non ha bisogno né di supervisioni, né di investire 23 milioni e mezzo per un ennesimo progetto esclusivo e securizzato”, si legge infatti, con una chiara stoccata.
“E per festeggiare degnamente 22 anni all’insegna della solidarietà e della resistenza, ospiteremo per il quinto anno la Sagra del Peperoncino Ribelle, il 20 ottobre 2018, a sostegno dei progetti in Messico della piattaforma Pirata, di cui fa parte pure il Collettivo Zapatista di Lugano.Progetti che supportano i processi d’autonomia, d’autodeterminazione e d’autogestione delle comunità zapatiste in Chiapas, delle lavoratrici sessuali di Città del Messico, dell’occupazione di terra della Finca Alemania nello stato di Oaxaca e in generale nella resistenza dei popoli originari in lotta in tutto lo stato messicano contro saccheggi, espropri e grandi progetti del capitale”.
Segue il dettagliato programma, tutto dedicato alla zona scelta, con autoproduzioni, laboratori, proiezioni, aperitivo, gare e musica. La cultura secondo i moinari, insomma, che concludono: “Perché, come ci insegnarono nel lontano 1996 le compagne e i compagni zapatisti in Chiapas, la libertà non si mendica, ma si conquista.
Il Molino non si tocca. A difesa degli spazi liberati. Nessun essere umano è illegale! 22 anni di autogestione, al fianco di ogni cuore ribelle. 22 anni sempre in basso con L@s de Abajo e i popoli oppressi. 22 anni di lotta e niente ci turba”.