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Cronaca
08.11.18 - 16:350

"Se il turismo va così male, perchè...? Sono gli svizzeri a premiare un Cantone alpino, è toccato al Grigioni"

Frapolli, Pianezzi e Patelli chiedono prudenza nel giudicare negativamente l'anno turistico, tra il fenomeno sommerso e la volontà di puntare sulla qualità più che sulla quantità

di Elia Frapolli, Lorenzo Pianezzi, Simone Patelli* 

Siamo il Ticino del “tutto nero” o “tutto bianco”, degli applausi o degli attacchi, del bene o male. In pochi mesi siamo passati da titoli come “Ticino, turismo a gonfie vele” (febbraio 2018) ad altri di questo tenore: “Che delusione il turismo in Ticino” (agosto 2018). 

Basta un segno “+” o un segno “–” e la nostra percezione subito cambia, passiamo da eccessivi slanci di ottimismo ad espressioni di risoluto catastrofismo. Esprimere un giudizio sembra sempre facile quando si parla di turismo, l’argomento appassiona. Nel 2016 si “bacchettavano” i Grigioni mentre quest’anno il Cantone viene additato da tutti come esempio da seguire. Dopo anni negativi nell’andamento dei nostri campeggi e delle capanne, adesso si parla di stagioni da incorniciare. Dopo un biennio all’insegna del “più”, quest’anno per gli alberghi è l’anno del “meno” ed ecco che gli animi si scaldano. 

Ma non sono forse la matematica e la statistica a dirci che due segni “meno” danno un “più” e il “meno” e il “più” spesso si alternano? Non si può crescere sempre e il paragone, di anno in anno, viene fatto in riferimento all’anno precedente. Come rappresentanti di Ticino Turismo e delle associazioni di categoria non possiamo non rivolgere un invito alla prudenza. Eravamo noi i primi, nel 2017, a frenare i toni trionfalistici, a dire che il dato positivo era da contestualizzare valutando anche gli anni precedenti. 

Lo abbiamo ripetuto più volte: serve uno sguardo ad ampio spettro, sul lungo periodo e che tenga conto il più possibile dei vari fattori in gioco. 

A cosa ci riferiamo? Ad esempio, al ruolo del “sommerso”. Esistono forme di turismo che sono difficilmente censibili ed altre che iniziano adesso ad esserlo, come il fenomeno Airbnb cresciuto esponenzialmente negli ultimi tre anni. Il segmento alberghiero in Ticino rappresenta circa un terzo della fetta, mentre il resto dell’offerta è costituito da altre tipologie di strutture ricettive. 

A calare, quest’anno, è stato soprattutto il turismo domestico dal quale non solo il Ticino ma tutta la Svizzera dipende nella misura di circa il 50%. 

Sono proprio gli svizzeri a premiare, di anno in anno, un Cantone diverso dell’arco alpino. Lo scorso anno eravamo noi, quest’anno è toccato ai Grigioni. 

Il rischio che corriamo è di non vedere ciò che davvero sta davanti ai nostri occhi. Un Ticino turistico che sta crescendo in qualità, che lavora per proporre un’offerta turistica all’avanguardia, che guarda avanti. 

“Das Tessin ist im Wandel” titolava il BlickReisen nel 2017 facendo riferimento alle numerose attrattive nate negli ultimi anni e a quelle in via di realizzazione. 

Se il turismo va davvero così male perché mai il settore dei campeggi avrebbe investito, nel solo 2018, oltre 14 milioni di franchi nel miglioramento delle proprie infrastrutture? E perché il settore alberghiero avrebbe esaurito anzitempo il credito quadro messo a disposizione del Governo a favore degli investimenti? I tassi di occupazione delle camere degli hotel crescono e il settore è in equilibrio. 

Un’altra domanda che dobbiamo porci è questa: quali sono le nostre soglie di tolleranza? Se 2,3 milioni di pernottamenti alberghieri all’anno sono pochi,significa che rivogliamo gli oltre 3 milioni degli anni ’80? Quelli che scatenavano prese di posizione e titoli di giornale come “Troppi turisti, qualità a rischio”? Eppure, eravamo proprio noi, nell’estate del 2017, a lamentare l’invasione di visitatori in valle Verzasca.

Un territorio di 350mila abitanti costituito prevalentemente da aree verdi e boschive deve puntare su un turismo di qualità, sottolineavano i più. 

Nessuno vuole il turismo di massa, dei “più” a ogni costo. Lavoriamo per attrarre una fascia alta di viaggiatori, rispettosi, esploratori, alla ricerca di esperienze autentiche. Vogliamo un turismo che premi davvero l’originalità del nostro territorio e il suo patrimonio ambientale, culturale e artigianale. 

*direttore di Ticino Turismo, presidente di Hotellerie Suisse Ticino Lorenzo Pianezzi e presidente dell'Associazione campeggi ticinesi

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