CHIASSO – “Striscia ha fatto il suo lavoro, suscitando scalpore. Molte volte le auto che vedete sfrecciare con targhe rossocrociate sulle vostre strade appartengono a persone le cui origini non sono del tutto svizzere”. La pensa come Lambrenedetto, il consigliere comunale di Chiasso Stefano Tonini, interpellato da La Provincia di Como.
“Il 25% della nostra popolazione è straniera e queste persone di norma hanno anche un’auto. E il discorso vale anche per le aziende”. Così Tonini giustifica le multe non pagate da ‘ticinesi’ in Italia, che dopo il servizio del programma satirico sono diventate tema di interesse comune.
Il giornale si chiede anche se ci sia qualcosa che si può fare per arginare il fenomeno. “Il problema è questo: il sistema di riscossione svizzero non riconosce esecutività ai titoli emessi in Italia”, sottolinea, per l’ennesima volta, il comandante della polizia locale Donatello Ghezzo.
Ma ora l’Italia vuole cambiare e si sta dotando di sistemi che permetteranno la riscossione delle multe. “Per cercare di recuperare multe pregresse del 2015, non in prescrizione, abbiamo affidato un pacchetto di 250 ammende ad una società specializzata nel recupero e riscossione crediti, la Nivi Credit di Firenze, che rende riconosciuti in Svizzera i titoli esecutivi italiani”, spiega.
Non solo: “Abbiano deciso di tenere in casa la gestione delle multe alle targhe svizzere, almeno nella parte di accertamento, avvalendoci del Centro di cooperazione doganale di Ponte Chiasso. Riusciamo ad ottenere così dati relativi alle targhe svizzere in tempi brevi, molto accurati e aggiornati, con minima possibilità di errore. E questa è una buona base da cui partire. Poi la riscossione è affidata ai soliti canali, ma se l’indirizzo è giusto, ci sono buone probabilità che l’ammenda venga saldata”.