Il caso Argo1 si arricchisce di un nuovo capitolo. Il Cantone – riferisce il Caffè – non avrebbe rimborsato le spese di trasferimento e le indennità per il tempo del viaggio degli agenti che, dalla sede di Cadenazzo, dovevano raggiungere il centro richiedenti d'asilo a Peccia. Il tutto per circa 200mila franchi.
Un rimborso inevaso – scrive sempre il domenicale – sfuggito ai funzionari dell'Ufficio del sostegno sociale, al Controllo cantonale delle finanze, alla Commissione parlamentare d'inchiesta e al curatore fallimentare. Ma perché, allora, il Cantone non ha mai versato i 200mila franchi all'azienda di sicurezza? Semplice, perché Argo1 non ha mai presentato le fatture per le menzionate spese con i relativi giustificativi.
"È impensabile – dice al Caffè l'ex responsabile di Argo1 Marco Sansonetti – che nei 35 franchi all'ora da noi richiesti fossero compresi anche i costi delle trasferte e le indennità per il tempo di viaggio. Penso che si tratti di una vista da parte dei contabili".
A Peccia, Argo1 impiegava 6 agenti, i quali hanno prestato servizio per un totale di 525 giorni. Vero è che il Cantone aveva messo a disposizione degli agenti un appartamento per 1200 franchi al mese, al fine di evitare la trasferta quotidiana da Cadenazzo. Appartameno che non veniva "sfrutatto" dai dipendenti di Argo1.