BLENIO – Un bambino di 9 anni ha costretto uno di 7 a praticargli un rapporto orale. La notizia si è diffusa nei giorni scorsi ed è da brividi. Per cercare di capire cosa può essere successo nella testa del giovanissimo, quali potranno essere le conseguenze, come il gesto sia nato, abbiamo contattato la Life Coach e consulente in sessuologia Kathya Bonatti.
Che inserisce un altro argomento: la necessità di preparare i bambini quando vanno in colonia o in soggiorni simili.
Di primo acchito, leggendo la notizia, cosa ha pensato?
“Ero molto addolorata per la vittima, comprendevo le reazioni della madre e mi dispiaceva anche per il bambino che ha commesso il fatto, perché ha comunque 9 anni e quel che è successo denota un disagio psicologico profondo. Bisogna aiutare e sostenere la vittima, ma anche accertare perché l`autore della violenza si è comportato così. Un conto sono i cosiddetti «giochi del dottore», dove maschi con femmine, femmine con femmine, maschi con maschi scoprono il proprio corpo in maniera curiosa, giocosa e volontaria, un altro è un caso di abuso senza consenso. Molto importante è la campagna che si svolge in Ticino ‘Sono unico e prezioso’. Insegna che quando la pancia dice no è un no, nessuno può violare il corpo dell`altro anche se si tratta di interazioni tra bambini e tra adolescenti, serve sempre il consenso”.
Parlava di giochi per scoprire la sessualità, non è un po’ presto a 7 e 9 anni?
“I giochi del dottore possono iniziare fin da piccoli, anche a 3 o 4 anni, ma riguardano più la nudità del corpo, la curiosità sui genitali o le differenze tra maschi e femmine, non arrivano chiaramente ad avere questo tipo di comportamento sessuale, si tratta di una naturale e reciproca scoperta del corpo. L’episodio di cui parliamo invece é grave, perché oltre alla violenza e alla mancanza del consenso, sono pratiche sessuali inadeguate per l’età dei bambini coinvolti, sono comportamenti sessuali espliciti tipici della sessualità degli adulti”.
Come sessuologa, quali possono essere le cause e le motivazioni di quanto accaduto?
“Come diceva la mamma della vittima, si deve andare a vedere se il bambino di 9 anni non sia stato a sua volta abusato, perché potrebbe essere scattato il meccanismo della coazione a ripetere, per cui rifà agli altri quello che a sua volta ha dovuto subire, esprimendo a livello inconscio nelle sue azioni ciò che gli è accaduto, ragione per la quale da vittima rende vittime altre persone. Un`altra ipotesi è quella che potrebbe aver visto del materiale pornografico cartaceo o video, oppure reperito attraverso Internet, dove spesso purtroppo l’accesso alla pornografia è facilitato senza filtri adeguati all’età emotiva dei bambini che la guardano. Potrebbe quindi aver voluto emulare gli «attori» ripetendo le medesime scene nella realtà. Ricordo il caso di un ragazzino in Gran Bretagna che aveva trovato un video porno dei genitori e quindi aveva messo in atto con la sorellina minore quello che aveva visto nel film, orgoglioso di fare come i «grandi»”.
La piccola vittima ora andrà seguita, immagino. Che traumi può riportare?
“Non conosco la dinamica dei fatti, ma il bambino può essere rimasto scioccato sia dalla violenza subita che dalla specifica pratica sessuale. In generale in questi casi le conseguenze possono riguardare la sfera psicologica, emotiva, sessuale, ma anche comportamentale, con disagi nelle relazioni con i compagni o con problemi scolastici. Prima si interviene e prima si possono accogliere le sofferenze e i traumi per elaborarli e superarli. È molto importante che gli interventi psico-sociali vengano fatti da persone specializzate per la cura degli abusi sui minori”.
E l’abusante? Necessita di cure?
“Sì certo necessita di assistenza e di trattamenti psicologici idonei vista la sua giovane età. Per quello che riguarda la parte giuridica un bambino di età inferiore ai 14 anni si presume non abbia la capacità di intendere e di volere, in quanto si ritiene che non sia in grado di comprendere le conseguenze delle proprie azioni. Non si tratta neppure di pedofilia, perché dal punto di vista clinico occorre che la persona che abusa abbia più di 16 anni e che fra abusante e abusato ci siano più di cinque anni di differenza. In una situazione così delicata bisogna tener presente un altro fatto…”
Cioè?
“L’importanza della prevenzione. I responsabili della struttura hanno agito bene attivando subito i servizi preposti nell’interesse di tutte le persone coinvolte. Bisogna comunque ricordare ai genitori che purtroppo i fatti di cronaca passati e recenti hanno riferito di episodi di abusi sessuali avvenuti nelle colonie, nei ritiri scout o sportivi, negli oratori e nei luoghi dove i bambini trascorrono del tempo possono succedere cose simili. I responsabili possono essere i coetanei, i ragazzi più grandi, oppure i monitori, gli istruttori, gli allenatori, gli insegnanti,i religiosi di qualsiasi culto. Quando i bimbi si allontanano da casa per una colonia o un soggiorno di qualche tempo vanno preparati prima di partire anche su questi temi, con le modalità adeguate alla fascia di età a cui appartengono. A prescindere dalla violenza fisica, alcuni bambini in apparenza possono accettare alcuni atti perché non sanno nemmeno di cosa si tratta, oppure perché vengono proposti loro come dei giochi. Nelle situazioni in cui c’é una coazione fisica è ancora peggio, ma in entrambi i casi potrebbero essere utili delle spiegazioni preventive affinché i bambini riescano a cogliere e interpretare i segnali di pericolo che il corpo manda. È utile spiegare ai figli cosa dire o come reagire quando un bambino, un adolescente o un adulto fanno qualcosa di sgradito, delle «note stonate» originate dalle situazioni di paura o ambigue, quando gli approcci sessuali sono graduali per irretire, sedurre, adescare, manipolare, anche se si parla di bambini o adolescenti. Se scatta subito il segnale d’allarme lanciato dal corpo i bambini hanno maggiori possibilità di difendersi”.
Così non si rischia di dire che è meglio tenere a casa i bambini?
“Queste sono considerazioni che devono fare i genitori, valutando la posta in gioco soprattutto se i bambini sono molto piccoli e incapaci di difendersi di fronte a tutto quello che può accadere stando lontani da casa per un periodo prolungato. Il rischio teorico, statistico e pratico esiste, dal momento che di solito in queste strutture, come nei collegi e negli internati di qualsiasi genere ci sono bambini e ragazzi con età differenti e maturità diverse e tutto ciò fa una grande differenza dal punto di vista della forza fisica e degli istinti sessuali. Tutte le figure coinvolte devono essere consapevoli che questi rischi esistono. Quindi devono essere preparati i genitori, gli insegnanti, gli adolescenti e anche i bambini, passando le informazioni in maniera adeguata alla loro capacità di comprendere”.