BELLINZONA – “Chiediamo formalmente che il Ministero pubblico avvii una inchiesta preliminare, ovvero raccolga tutte le informazioni necessarie e atte ad accertare se vi siano stati o meno comportamenti penalmente rilevanti in relazione allo straordinario numero di decessi verificatisi in talune case per anziani del Cantone”. L’MPS – riferisce il Caffè – vuole vederci chiaro e ha spedito una raccomandata al Procuratore generale Andrea Pagani per denunciare le poche chiare situazioni nelle case anziani in merito all’emergenza coronavirus.
Sono diversi gli interrogativi che i deputati MPS sottopongono al procuratore pubblico. Quali sono state le misure messe in atto nelle 68 case anziani del Cantone? Da quando ogni Casa è stata adeguatamente rifornita di materiale? Domande alle quali si cercherà di fare chiarezza.
"Ancor prima che la pandemia raggiungesse il Ticino – si legge nella missiva –, era noto che le persone anziane, e soprattutto quelle degenti in strutture per la terza età, erano soggetti particolarmente a rischio. Malgrado ciò il medico cantonale, autorità a cui spetta la vigilanza sulle case, ha atteso sino al 9 marzo 2020 prima di decretare il divieto di accesso per i familiari ed emanare le direttive sulla gestione del personale curante sintomatico durante l’epidemia".
Dopo il 9 marzo, il silenzio. “Non vi sono stati più aggiornamenti per le direttive”. Il quotidiano riferisce di segnalazioni di poco rigore nelle case anziani, di misure non rispettate. Insomma, era possibile fare di più per salvare la vita agli anziani? La palla passa ora alla Magistratura.