LUGANO – Sette anni e mezzo sospesi con la condizionale e proseguimento del trattamento terapeutico presso il foyer in Svizzera Interna dove si trova già da un paio d’anni. la sentenza al processo per il 21enne che due anni fa voleva compiere una strage si è chiuso, si potrebbe dire, con soddisfazione di tutti. La difesa ha già detto al Corriere del Ticino che non ricorrerà.
I reati ascritti al ragazzo sono atti preparatori punibili di assassinio plurimo e per ripetuta infrazione alla Legge federale sulle armi, accessori di armi e le munizioni.
Come il Procuratore Pubblico, anche il Giudice ha usato parole di piombo. “Non ci sono aggettivi nella lingua italiana per descrivere quello che pensava di mettere in atto. Pensiamo quante vite giovani sarebbero state spezzate e lo sconforto di numerose famiglie”, ha detto.
Mauro Ermani sostiene come il 21enne pensava di entrare in azione, di mettere in atto il suo piano perverso. Il dubbio era sul finale, se suicidarsi o no. da qualche tempo si interessava al Ku Kux Klan, alle stragi nei campus americani, addirittura a ideologie naziste. Non considerava Brevik, l’autore della strage norvegese, perché poi non si è tolto la vita.
L’obiettivo dell’attacco sarebbe stato “rivendicare il suo odio, vantarsi di quello che lui avrebbe fatto”. Quella scuola, la Commercio, la odiava perché gli era stata imposta contro il suo volere dal padre, dopo il licenziamento per furto del 2014. Passava da una delusione amorosa all’altra, non si sentiva accettato. E voleva vendicarsi.
Se la difesa ha a lungo asserito che desiderava essere scoperto, Ermani sostiene che è grazie all’avvertimento di un’amica, informata del piano, alla Polizia e al lavoro di quest’ultima.