BELLINZONA - Chiudere i ristoranti il 28 dicembre? Al Ticino l'idea pare non piacere, come traspare dalla risposta del Governo alla consultazione promossa dal Consiglio federale su eventuali e ulteriori misure.
Inoltre, per il Consiglio di Stato è passato troppo poco tempo dall'ultimo pacchetto di provvedimenti, dato che si è sempre detto che ci vogliono un paio di settimane per capire gli effetti. “Anche le nazioni a noi vicine, oltre ad aver adottato prescrizioni più rigorose in risposta ai maggiori contatti sociali durante le festività, hanno in ogni caso già definito un regime unitario per tutto il periodo", si legge.
Insomma, c'è troppa confusione, che poi rischia di destabilizzare la popolazione. Come per quanto concerne le piste da sci: "Siamo dell’avviso che eventuali nuove regole e decisioni debbano essere unificate a livello federale a prescindere dall’evoluzione epidemiologica nelle singole regioni. Eventuali differenze nelle condizioni di esercizio potrebbero infatti generare spostamenti eccessivi di praticanti dello sci tra i diversi Cantoni e inopportune concentrazioni di appassionati in alcuni comprensori. Semmai, secondo il principio di proporzionalità, occorrerebbe innanzitutto limitare l’afflusso alle piste, favorendo gli abbonati stagionali, i domiciliati nel Cantone e gli ospiti che pernottano nella regione”.
Il Governo è contrario alla chiusura dei negozi al sabato.
La Confederazione dovrebbe per Bellinzona “limitare la diffusione del virus agendo anche negli ambiti di sua competenza: introducendo limitazioni sui trasporti pubblici, da sempre una delle situazioni più affollate e critiche, così come controlli alla frontiera. L’accentramento della gestione della crisi presso l’autorità federale non impedisce di tener conto delle posizioni e delle differenze tra i Cantoni, ma consente una condotta lineare e unitaria’’: ideale sarebbe decretare la situazione straordinaria.