BERNA - Nella seduta del 26 maggio 2021, il Consiglio federale ha discusso le ripercussioni delle riaperture sull’economia. Con il graduale ritorno alla normalità in tutti i settori economici, si devono tornare ad applicare gli strumenti abituali e consolidati anche nella politica economica.
A tal fine, l’Esecutivo prevede una strategia di transizione a tre fasi: stabilizzazione, accompagnamento del cambiamento strutturale, rivitalizzazione. Nel contempo, con due adeguamenti mirati dell’ordinanza COVID-19 casi di rigore, intende garantire che i Cantoni possano sostenere opportunamente in questa fase transitoria le imprese particolarmente colpite dalle conseguenze della pandemia.
Con il modello a tre fasi del 21 aprile 2021, il Consiglio federale ha definito un calendario per la normalizzazione della vita sociale dal punto di vista epidemiologico. Esso prevede di abolire nelle prossime settimane un numero sempre maggiore di restrizioni e di provvedimenti di chiusura. Il Governo ritiene che non appena tutte le persone adulte che lo desiderano saranno state completamente vaccinate, non sarà più giustificato applicare importanti restrizioni sociali ed economiche. Pertanto, un’ampia apertura delle attività economiche diviene realistica.
A queste condizioni, il gruppo di esperti della Confederazione per le previsioni congiunturali prevede un’accelerazione della ripresa economica. Gli indicatori e i dati economici attuali mostrano che la ripresa ha iniziato a manifestarsi dalle riaperture del mese di marzo: il clima di fiducia dei consumatori e l’indice dell’attività economica settimanale sono quasi tornati al livello pre-crisi. Il «Purchasing Managers’ Index» (PMI) del settore industriale e di quello dei servizi migliorano nettamente e il tasso di disoccupazione è sceso dal livello massimo registrato nel gennaio 2021 (3,7 %) al 3,3 per cento di aprile, nonostante la diminuzione del numero di beneficiari dell’indennità per lavoro ridotto.
A seguito dell’incipiente ripresa economica e della revoca di gran parte dei provvedimenti di chiusura delle attività, il Consiglio federale intende far giungere a scadenza le misure di sostegno straordinarie adottate sotto forma di contributi a fondo perso per le imprese. Come dimostrato dallo scambio di esperienze con i Cantoni, gli aiuti per i casi di rigore attualmente disponibili sono sufficienti per la maggior parte delle imprese. Tuttavia, diversi Cantoni segnalano casi specifici di imprese particolarmente colpite dalle conseguenze della pandemia. Le disposizioni generali dell’ordinanza COVID-19 casi di rigore non si applicano o si applicano solo in parte a tali imprese (soprattutto a quelle che subiscono già da tempo le conseguenze della pandemia e che ora raggiungono i limiti massimi oppure alle grandi imprese con strutture particolari).
L’Esecutivo intende agevolare il ritorno alla normalità per queste imprese grazie a due ultimi adeguamenti mirati dell’ordinanza COVID-19 casi di rigore. In primo luogo, il limite massimo fissato per i contributi a fondo perso dovrà essere aumentato al 30 per cento della cifra d’affari annuale anche per le piccole imprese che registrano un calo della cifra d’affari superiore al 70 per cento. Analogamente alla norma esistente per le imprese con una cifra d’affari annuale superiore a 5 milioni di franchi viene quindi creata una norma concernente i «casi di rigore nei casi di rigore» anche per le imprese più piccole.
In secondo luogo, i Cantoni hanno segnalato la loro disponibilità a tener conto di eventuali esigenze particolari con disposizioni specifiche che derogano dalle prescrizioni della Confederazione. L’Esecutivo intende utilizzare una parte della «riserva del Consiglio federale» di cui all’articolo 12 capoverso 2 della legge COVID-19 per coprire gli oneri supplementari che ne derivano per i Cantoni. La pertinente modifica dell’ordinanza è prevista per il mese di giugno del 2021.
Anche se il Consiglio federale si aspetta un’accelerazione della ripresa economica, non è escluso che, a medio termine, alcune imprese debbano affrontare un calo della domanda. L’Esecutivo ha pertanto incaricato il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di elaborare entro metà giugno una strategia di transizione a tre fasi finalizzata a sostenere nel migliore dei modi i lavoratori e le imprese con gli strumenti abituali della politica economica. Se necessario, gli strumenti esistenti saranno rafforzati in modo mirato.
1a fase – normalizzazione: il Consiglio federale intende abbandonare gradualmente le misure di stabilizzazione straordinarie. Tuttavia, esse non saranno sospese bruscamente. Le indennità di perdita di guadagno per il coronavirus saranno disponibili fino a fine 2021, mentre le indennità per lavoro ridotto lo rimarranno anche in seguito. Infine, il cosiddetto «scudo protettivo» permetterà di assicurare gli eventi sino alla fine di aprile 2022. Questa fase di normalizzazione presuppone però che la strategia del Consiglio federale, che mira a ridurre al minimo il rischio di nuovi provvedimenti di contenimento restrittivi per combattere l’epidemia di COVID-19 (vaccinare, testare, tracciare i contatti, acquistare medicamenti), sia attuata in maniera coerente.
2a fase – accompagnamento del cambiamento strutturale: anche in tempi «normali» la Confederazione dispone di un’ampia gamma di strumenti che sostengono i cittadini e le imprese durante i cambiamenti strutturali: ad esempio, l’assicurazione contro la disoccupazione, la promozione dell’innovazione, la politica del turismo o la politica regionale. Gli strumenti esistenti devono essere esaminati e, se necessario, rafforzati come è avvenuto con il programma d’impulso «Capacità d’innovazione Svizzera» già deciso o le misure di recupero previste per il turismo.
3a fase – rivitalizzazione: a titolo complementare, il Consiglio federale e il Parlamento hanno già deciso o pianificato diverse misure volte a rafforzare in maniera mirata le condizioni quadro per l’economia svizzera e a migliorare le prospettive di crescita. Vi rientrano la strategia «Svizzera digitale», la legge sul CO2 (Fondo per il clima), gli investimenti dei fondi per i trasporti (Fondo per l’infrastruttura ferroviaria [FIF], Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato [FOSTRA]) e del Fondo per il supplemento rete, l’abolizione della tassa d’emissione sul capitale proprio, la soppressione dei dazi industriali e la riduzione dei costi di regolamentazione.